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A. XVIII, n. 198, marzo 2024
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Recensioni brevi (a cura di La Redazione)

Un viaggio spirituale,
sotto forma di poesia,
ripercorre le orme
dei nativi americani

di Selene Miriam Corapi
Tutta la forza e la fierezza del popolo degli Apache celebrate in un testo
che rievoca suoni, immagini e l’incanto della natura. Da Mohicani edizioni


Poesie brevi, fugaci, pregnanti di significato, di ricordi, di storie raccontate attorno al fuoco, di personalità mai dimenticate, di immagini, di profumi, di sogni, di desiderio e passione, scorci di un mondo e di un passato glorioso; poesie attraverso cui è possibile riconoscere sentimenti quali l’amore, la forza della seduzione, ma che sono anche delicate come un fiore, che riescono ad infondere e a trasmettere l’ammirazione per la natura, per la bellezza che ci circonda, che alimentano il ricordo e il desiderio, un sentimento di liberazione, il voler raccontare la storia di un popolo: gli Apache.
Densa di memoria è la poesia intitolata Indio, come un grido emesso per attirare l’attenzione: «esclamò quel nome. / istintivamente mi girai / e mi disse: / …parlami di te. / oltre al suono delle tue parole, / le risposi, / c’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria / sento profumo / di-cespo-di-fiori-di-salvia mai recisi. / la Donna sorrise / sussurrò ancora quel nome / mi prese per mano / e per lei rimasi …Indio».
Una raccolta di poesie, quella di Domenico Garaffa, dedicata al mondo dei nativi americani: Lacrime d’Apache (Mohicani edizioni, pp. 68, € 10,00).

L’autore
Domenico Garaffa, originario della Sicilia, nel 1984 si è trasferito a Roma, dove attualmente risiede e svolge la sua attività di ufficiale di fanteria; da sempre appassionato dei nativi d’America, si è dedicato a raccontare nelle sue opere letterarie questa cultura attraverso l’arte poetica, con il fine ultimo di ricordare la storia di questo grande popolo e dei personaggi più noti come Alce Nero (uomo di medicina Lakota-Sioux), Cavallo Pazzo, Ginocchio Ferito e le vicende del terribile massacro a Wounded Knee. Le poesie di Garaffa, oltre a decantare il glorioso passato dei nativi d’America, offrono ai lettori una prospettiva più ampia raccontando degli Indios e degli Inca, a cui è dedicata la poesia Inti alle Ande; divinità del sole della civiltà Inca.

Scorci poetici
Tra le poesie più belle e suggestive ne ricordiamo due in particolare.
Il colore delle nuvole: «imprigionami la testa tra le mani e baciami / le dissi. / poi, con estrema decisione, / prese il suo e il mio cuore / li scosse tra le mani / e, come dadi, / non esitò a lanciarli / lasciandoli rotolare / nell’uccisione di se stessi. / disteso su quel letto / osservai la mia parte di soffitto / e mi accorsi che le nuvole, quando spiove, / non sono mai del tutto bianche / hanno un po’ di giallo, qualche stria di verde / e intorno / alla loro evanescenza rosa / toni di grisaille».
Non ricordo bene come si sorride: «spaccati / da profondi solchi di detriti / i volti / oggi / sono inondati di pioggia; / le mani / segnate da crocifissi / sono strette / a loro / e / le labbra / povere di baci / come farfalle su fiori di cactus / pungono. / non ricordo bene come si sorride, donna. / siedi intorno al fuoco / al suono dei tamburi / celebriamo / il calar del sole / sui nostri / giovani Guerrieri».
Un piccolo assaggio poetico per assaporare la bellezza della poesia di Garaffa, uno stile brachilogico ma carico di significato; senza svelare interamente la bellezza del florilegio, vi auguriamo una buona lettura.

Selene Miriam Corapi

(www.bottegascriptamanent.it, anno IX, n. 93, maggio 2015)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT