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Anno VIII, 87, novembre 2014
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Politica ed Economia (a cura di Elisa Pirozzi) . Anno VIII, 87, novembre 2014

Zoom immagine L’Europa
spiegata
in pillole

di M. Vitalba Giudice
La storia dell’Unione Europea:
dubbi, problematiche e temi
di attualità, da Pendragon


L’Europa non è definita solo dalle aree geografiche dei paesi che ne fanno parte ma è soprattutto frutto della loro cultura, della loro storia e di un unico progetto condiviso. Questo progetto prende il nome di Unione Europea e affonda le proprie radici nel 1951, anno del trattato di Parigi, in cui nasce la Ceca, ossia la Comunità europea del carbone e dell’acciaio. Da allora i paesi che hanno scelto di aderire al progetto europeo sono stati sempre più numerosi e oggi l’Ue abbraccia ben 28 stati. Una crescita che ha arricchito il progetto di unione e cooperazione dei paesi europei, non senza difficoltà. Tra le varie problematiche possiamo sicuramente citare il coordinamento di questa complessa macchina che, anche in seguito a importanti avvenimenti storici, «dalla caduta del muro di Berlino allo scoppio della guerra tra i Paesi dell’ex Jugoslavia, dal terrorismo internazionale all’internazionalizzazione dell’economia e all’aggravarsi dello squilibrio planetario tra ricchi e poveri», deve ancora definire una propria forma di governo, una strategia economica e un piano di governance.

Il messinese Massimo Palumbo, funzionario della Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo, nel saggio Dipinta di blu. Brevi note sull’Europa presente (Pendagron, pp. 110, € 12,00), affronta proprio questi temi. E lo fa in maniera chiara e semplice, analizzando alcuni degli argomenti clou dell’attuale dibattito europeo: l’euro, la crisi economica e monetaria, la gestione dell’immigrazione, l’importanza dei leader politici e degli strumenti elettivi e la fiducia dei cittadini nell’Ue.

 

Europa: un progetto in costante crescita

Il testo proposto da Palumbo mette in luce la crescita dell’Europa avvenuta attraverso scelte politiche ed economiche (basti pensare all’aumento dei paesi che compongono l’Ue) e anche attraverso articolati trattati europei che hanno richiamato i paesi a un processo di impegno e responsabilizzazione a livello comunitario. Nel ripercorrere le tappe principali che hanno portato l’Unione Europea a strutturarsi, l’autore non tralascia la contestualizzazione storica in cui i trattati sono stati siglati e riflette su alcuni dei principali temi che interessano l’Europa e i suoi cittadini. Tra questi mette in luce il ruolo chiave che può avere l’Ue nella gestione dei rapporti con i paesi limitrofi: «Le zone di confine sono quelle dove passano le merci (anche quelle illegali) e dove approdano i clandestini, dove l’Unione europea può riuscire, meglio dei singoli stati, a dare risposte efficaci alle sfide comuni dello sviluppo sostenibile, della gestione dei flussi migratori, della tutela dei diritti, perché in queste zone si leva più forte la domanda d’efficienza amministrativa e di solidarietà». Secondo l’opinione di Palumbo, l’Unione Europea, oggi, grazie all’importante ruolo che ricopre anche a livello globale e al valore aggiunto che i paesi “ricchi” riescono a garantire, può favorire la lotta alla povertà, puntando sullo sviluppo delle popolazioni locali anche attraverso la promozione di forme appropriate ed efficaci di crescita economica, come ad esempio il microcredito. L’autore, inoltre, non tralascia nel testo il dibattuto tema legato alla moneta unica europea. L’euro rappresenta per gli europeisti un’opportunità, per gli euroscettici la causa di tutti i mali legati alla crisi. Palumbo sviluppa l’argomento e lo amplia, dando spazio all’importante ruolo che la Bce, la Banca centrale europea, sta rivestendo in questi anni. Di certo, le valutazioni e la fiducia dei cittadini rispetto al progetto europeo non possono prescindere dalla scelta di leader politici conosciuti a livello internazionale e da strumenti elettivi che consentano la formazione di una coscienza europea negli elettori, che sia in grado di garantire e tutelare il progetto comune.

 

L’Europa e i suoi cittadini: qual è il senso di appartenenza?

Per promuovere il senso di appartenenza all’Ue e garantire una maggiore conoscenza e diffusione del progetto europeo stesso, la Commissione europea ha lanciato un’iniziativa: “Piano D”, dove D sta per dibattito, democrazia e dialogo, i tre elementi oggi funzionali alla creazione di un’Unione Europea in grado di accogliere le sfide della nostra epoca e di andare anche oltre, coinvolgendo scuole e università, per favorire sempre più il senso di appartenenza europeo. La sfida che propone Palumbo nel suo testo è quella di sviluppare, con tutti i mezzi possibili, una coscienza europea: «Nonostante le difficoltà e i limiti che può avere, il progetto d’integrazione europeo è un avanzato laboratorio democratico, unico al mondo, di cooperazione volontaria tra diverse nazioni: una realtà in divenire e senza precedenti nella storia. Sarebbe sufficiente considerare o tenere a mente quest’elemento per sostenere e far crescere il rispetto per l’UE, se non proprio per far maturare a breve termine, come pure sarebbe auspicabile, un’esplicita e partecipata coscienza europea».

Questa, secondo l’autore, dovrebbe tra l’altro passare da un utilizzo responsabile dei media che dovrebbero garantire, da un lato, la tutela della cultura nazionale e, dall’altro, la possibilità di gestire informazione, cultura e intrattenimento anche a livello sovranazionale. Una scelta, dunque, che mira sia a tutelare le appartenenze territoriali e linguistiche sia a promuovere il progetto dell’Ue.

 

M. Vitalba Giudice

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VIII, n. 87, novembre 2014)

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