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A. XVIII, n. 198, marzo 2024
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Recensioni brevi (a cura di La Redazione)

Papa Francesco:
umile timoniere,
retto e fiducioso,
delle anime cattoliche

di Pamela Quintieri
Da Edizioni dell’Immacolata, il racconto di una vita semplice e sacrificata
spirituale e terrena insieme, votata ai poveri e agli ultimi del mondo


A cominciare da quel carismatico sorriso tutto aperto sui fedeli e sul mondo, l’arrivo di papa Francesco sembra sin da subito segnare l’inizio di una nuova era di carità e fede cristiana per la Chiesa cattolica.
Il giorno 13 marzo 2013, incollati alle tv o direttamente in piazza San Pietro, i fedeli hanno atteso impazienti il nuovo vescovo della Chiesa di Roma (il 266°), colui che, affacciandosi al balcone del Vaticano, ha salutato la comunità cristiana con un semplice e umile «buonasera».
La sua vita, il suo pensiero, le sue opere sono ripercorse in Papa Francesco. La carezza di un padre (Edizioni dell’Immacolata, pp. 140, € 12,00) di Maria Di Lorenzo, scrittrice, giornalista e saggista esperta di religione e spiritualità: «Conoscevo la sua umiltà, la sua profonda dedizione ai poveri, la sua vita di preghiera, la dolcezza del suo cuore. Desideravo che fosse papa già nel precedente Conclave del 2005 e […] con il cuore che mi rullava nel petto come un tamburo, mi è bastato udire Giorgio, soltanto Giorgio, in latino, per capire in un istante che era Jorge e allora sono scoppiata in un pianto dirotto».
Aneddoti e particolarità ci accompagnano alla scoperta di un uomo buono, forte e caritatevole, dotato di una forza e di una tenerezza incredibili, facendolo conoscere meglio e rendendolo ancora più familiare e vicino a noi.
La giornalista ripercorre momenti di vita vissuta del nostro pontefice: sin dall’infanzia, la sua giovinezza, i suoi studi, il legame speciale con la nonna, la devozione verso Dio e la Madonna, l’amore sconfinato verso gli ultimi, partendo dal momento della sua elezione quando, salutando i fedeli, chiese una preghiera del popolo per il suo vescovo, preannunciando un cammino di fede ma soprattutto di fiducia insieme.

Una vita di sofferenza e umiltà tra la povera gente
Jorge Mario Bergoglio nasce a Buenos Aires nel 1936, ma la sua famiglia è di origini italiane, piemontesi per l’esattezza, ed è il primo papa che la Chiesa cattolica sceglie dal continente americano, dall’Argentina, terra di bellezza e di contrasti dove emigrarono i suoi cari ad inizio secolo. Vive al Calle Membrillar 531 nel quartiere di Flores (dove il papà lavora in ferrovia) con i suoi quattro fratelli (Adrian, Maria Elena, Marta e Oscar), nel palazzo a due piani della famiglia Bergoglio. Si diploma come tecnico chimico, per poi laurearsi dapprima in Filosofia e poi in Teologia. Uomo di cultura, legge e predilige Borges, Dante, Dostoevskij («la tenerezza è la forza dell’amore umile»), Hölderlin e Manzoni, ma ama anche il tango e la musica classica. Incontra la sofferenza da giovanissimo quando a causa di una grave polmonite gli viene asportato il polmone destro. Papa Woytila lo nomina vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires nel maggio 1992. Per le strade di Buenos Aires lo chiamano el cura cioè “il prete”. Il suo motto, «Miserando atque eligendo (lo guardò con misericordia e lo scelse)», si riferisce al pensiero di S. Beda il Venerabile, dottore della chiesa. È il primo a scegliere il nome papa Francesco volendo ricalcare e sottolineare quell’ideale collegamento con la filosofia di vita, di povertà e umiltà di S. Francesco d’Assisi. «La mia gente è povera e io sono uno di loro».
La sua missione teologale è da subito un piccolo barlume nell’oscurità di questo secolo tormentato da conflitti, da aridità morale, da scandali anche religiosi, dall’assenza di punti di riferimento. Il suo sorriso e la sua parola dolce crediamo possano essere un’ancora di salvezza nel mare tempestoso della quotidianità.
«Credo nella mia storia, che è stata trapassata dallo sguardo di amore di Dio e, nel giorno di primavera, 21 settembre, mi ha portato all’incontro per invitarmi a seguirlo. […] E aspetto la sorpresa di ogni giorno nel quale si manifesterà l’amore, la forza, il tradimento e il peccato, che mi accompagneranno fino all’incontro definitivo con quel volto meraviglioso che non so come sia, che fuggo continuamente, ma che voglio conoscere e amare. Amen».

Pamela Quintieri

(www.bottegascriptamanent.it, anno VIII, n. 83, luglio 2014)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
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