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Anno VIII, n 82, giugno 2014
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Riflessi d'autore (a cura di Aurora Logullo) . Anno VIII, n 82, giugno 2014

Zoom immagine Erotismo e sospetto,
eccesso e normalità:
storia di una donna
e della sua dualità

di Irene Nicastro
Tinte noir macchiano i locali notturni
di Milano e le vite delle sue “ballerine”
in un nuovo giallo edito da Aracne


«Chi non cerca guai non dovrebbe trovarli». Sfortunatamente non sempre è così, come scoprirà suo malgrado la protagonista di questo romanzo – il primo di una serie noir –, coinvolta nello spazio di pochi giorni in un vortice di avvenimenti ed emozioni che metteranno a repentaglio la sua stessa vita. Voce narrante della storia è un personaggio dai confini incerti: Elisabetta di giorno (giornalista freelance in cerca di qualcosa di più) e Baby di notte (ballerina di lap dance che si spoglia nei locali milanesi per guadagnare qualche soldo). Tutto comincia un mercoledì sera, quando Baby è di turno all’X-treme, con lo sconvolgente assassinio di un’altra ballerina del locale. Da quel momento si verificherà una serie di omicidi che sembrano collegati a entrambe le sue identità, fin quando lei stessa si troverà in pericolo di vita. Un romanzo, quello di Elisabetta Babele, L’X-treme. Baby e le altre (Narrativa Aracne, pp. 156, € 10,00), duplice come la sua protagonista, un noir con sfumature erotiche, che combina i sogni e l’affermazione professionale con qualche piccola traccia autobiografica.

 

Luci rosso sangue

Nel suo romanzo d’esordio, Elisabetta Babele riesce a mescolare stili differenti creando una perfetta armonia. Nell’apparente dicotomia tra le due personalità della protagonista, trova posto il diffuso conflitto tra la possibilità di fare soldi in fretta e il sogno di un’affermazione professionale inseguita con impegno e difficoltà; conflitto che sostiene e dona profondità alla trama noir, fusa con una vena erotica e corredata di elementi paranormali.

La serie di delitti che in cinque giorni cambieranno per sempre la vita di Elisabetta/Baby ha inizio in una notte come le altre. È di scena Baby, sia nelle pagine del romanzo, sia nelle sale dell’X-treme. Appena terminata una delle sue esibizioni nel locale milanese, si reca alla toilette e vi trova, priva di vita e in un lago di sangue, l’amica e compagna di spettacoli Ambra. Profondamente turbata dagli avvenimenti, si rifugia per un po’ nel camerino, dove legge un enigmatico messaggio che fa riferimento al delitto appena scoperto. Senza interrogarsi troppo sul suo significato, Baby si defila inosservata per correre nel suo appartamento fra le braccia del fidanzato, Fabio: uomo perfetto, comprensivo e che la ama alla follia assecondandola in tutte le sue esigenze, ma dal quale lei non sembra essere così attratta. Viene svegliata il pomeriggio del giorno seguente dal bell’ispettore Max, sua vecchia conoscenza e incaricato del caso. L’interrogatorio non va molto per le lunghe e Baby, nonostante sia ancora molto scossa, può tornare a vestire i panni di Elisabetta, giornalista per vocazione, che cerca di rispettare le scadenze che le vengono date dal settimanale per il quale lavora e di non trascurare la ricerca di nuovo materiale per i suoi articoli. Durante un’intervista al produttore di un sexy reality show che si svolge in una villa del territorio lombardo, dopo aver bevuto dello champagne, sviene per qualche minuto. È allora che sperimenta delle visioni paranormali e ha una premonizione sulla morte dell’amica Alex, che sta per intervistare insieme ad alcune delle partecipanti al reality. Pochissimo tempo dopo questo presagio di morte, la protagonista assisterà all’assassinio della sua amica “in diretta”. Elisabetta non riesce a togliersi dalla mente l’immagine di quegli occhi vitrei che la fissano, quasi a cercare di svelarle l’identità dell’assassino e a volerla mettere in guardia da qualcuno che, evidentemente, è interessato a lei. Le cose peggiorano sempre più in fretta. Durante un secondo interrogatorio con l’ispettore Max, appena giunto sulla scena, Elisabetta ha una nuova premonizione riguardante un’altra amica, che, poco dopo, verrà trovata in stato di shock accanto al cadavere mutilato di Nikki, una ballerina collega di Baby. Tutti i delitti sono ormai chiaramente collegati al mondo dell’X-treme e alla seconda identità di Elisabetta che, in tutto ciò, trova materiale per articoli di taglio più serio e professionale, potenziale trampolino di lancio per la sua carriera da giornalista. Nel frattempo, ormai sottoposta ad un programma di protezione costante, Elisabetta, che non ha parlato a nessuno delle sue premonizioni, decide di far luce su ciò che sta succedendo e si rivolge ad un sensitivo. Nonostante il suo iniziale timore nell’incontrarlo, è comunque molto decisa ad andare fino in fondo. Le sensazioni del chiaroveggente la conducono verso una persona ambigua, non meglio identificata, ma molto vicina. Con il suo equilibro quotidiano compromesso, divisa fra due vite e fra due uomini, confusa su ciò che fa e ciò che vorrebbe fare, Elisabetta/Baby finisce diritta fra le braccia dell’assassino. A un passo dalla morte, finalmente riesce a vedere chiaramente in se stessa la vita che vuole, l’uomo che veramente ama; e sarà proprio quest’uomo a salvarla, all’ultimo secondo, dal delirio concepito da una mente instabile eppure incredibilmente simile, nei desideri, se non nella loro realizzazione, a quella della protagonista.

 

Elisabetta Babele vs Baby

Nel suo romanzo Elisabetta Babele ha inserito diversi cenni autobiografici. Oltre ad aver dato il suo nome alla protagonista diurna, l’autrice è anche un po’ la notturna Baby. Come la protagonista di L’X-treme. Baby e le altre, anche Elisabetta Babele ha ballato per molti anni nei locali di lap dance di Milano. La scrittrice preferisce scrivere della realtà così come si presenta ai suoi occhi, senza troppe “alterazioni fantasiose”. Da tutto ciò è nata una sorta di “sfida” che ha dato vita al personaggio di Baby e a un romanzo diverso dal solito noir. L’X-treme, poi, esiste veramente ed è stato fino a qualche anno fa tra i locali di lap più in voga del capoluogo lombardo.

 

Conosci te stesso, conosci gli altri

La classica domanda dei libri gialli, in cui il colpevole è sempre qualcuno vicino alla vittima, è “Chi sono quelli che mi stanno intorno?”, ovvero quanto si sa davvero dei loro pensieri, delle loro sensazioni? Nel romanzo di Babele, però, questo quesito per certi aspetti un po’ banale è affiancato se non soppiantato da un altro interrogativo: “Chi sono io?”. E a volte la risposta può essere spaventosamente simile. La protagonista, che «viveva la notte e il giorno», si ritrova a condurre due percorsi in apparenza separati e in antitesi tra loro: la competente giornalista di giorno, che aspetta la sua occasione per passare ad argomenti più rilevanti, e la scatenata ballerina di notte, in cerca degli ingaggi migliori. Eppure, già da quest’inizio, si notano le similitudini tra le due identità: entrambe aspettano, cercano, sono sospese e per questo insoddisfatte, bloccate come molte persone a vivere un quotidiano che non rispecchia le loro aspettative, ma incapaci di cambiarlo perché hanno perso di vista i loro sogni. Anche nella vita privata Elisabetta/Baby è divisa fra due amori, da un lato il fidanzato attento e comprensivo e dall’altro il gelido ispettore per niente accomodante. Di nuovo, anche questi uomini hanno tratti in comune, come il fatto di essere costantemente preoccupati per la sua felicità, ciascuno a modo proprio: uno la sostiene nelle sue scelte cambiando la propria vita per adattarsi a lei, e l’altro cerca di spingerla verso la sua vera vocazione, alla quale lei non riesce a dedicarsi in questo momento della sua vita. Alla fine del romanzo, giunta allo scambio di battute con l’assassino, la ragazza si rende conto di quanto i propri bisogni e quelli del killer siano simili, che ciò che ha spinto lui ad uccidere è lo stesso motore che spinge lei sia a scrivere che a ballare: la necessità di essere visti, la conferma della propria esistenza da parte degli altri, del fatto che si è parte di questo mondo. Una ricerca di affermazione condotta con metodi (ed epiloghi) differenti, ma non per questo meno sentita. Anche il finale non rientra propriamente nei canoni del giallo classico, poiché rimane aperto: una volta risolti i delitti, infatti, la protagonista, pur avendo trovato alcune delle risposte che stava cercando, si trova ora a dover affrontare nuovi quesiti: “cosa fare quando non si può più tornare allo status quo precedente? come cambierà la mia vita da adesso in avanti?”.

 

Irene Nicastro

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VIII, n. 82, giugno 2014)

Redazione:
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