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Anno VIII, n 81, maggio 2014
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Filosofia e religioni (a cura di Denise Amato) . Anno VIII, n 81, maggio 2014

Zoom immagine Raccontare l’Islam
per capire la storia
di una grande civiltà

di Mariangela Schiavello
Da Greco&Greco, un avvincente saggio
fa luce sulla nota dottrina di Maometto


L’Islam appare oggi agli occhi dell’Occidente come una “religione negativa” che si oppone alla modernizzazione e ai valori tipici della società globalizzata.

La cattiva percezione dell’Islam è dovuta sicuramente al fenomeno del terrorismo, che si fa sempre più dilagante, e in generale alle notizie di violenze e guerre che ci giungono, ormai quotidianamente, soprattutto dall’area mediorientale. Se è vero, da un lato, che questi fenomeni non si possono negare, è anche vero, dall’altro, che essi non caratterizzano l’intera cultura islamica: al fine di comprenderne al meglio la complessità, è necessario conoscerne la storia e la diffusione.

A questo proposito può esserci utile il libro di Nicola Morea: L’Islam attraverso il tempo e lo spazio. Conversazioni sulla cultura islamica dalla nascita ai giorni nostri (Greco&Greco editori, pp. 122, € 7,75).

 

Far luce su una cultura per abbattere i pregiudizi

Morea nasce a Napoli nel 1941 e si laurea in Scienze geologiche. Il suo lavoro lo porta a viaggiare in quasi tutti i paesi dell’Est Africa e del Medio Oriente, in India, Indonesia, Filippine e Sudamerica. Appassionato di ricerca, si è dedicato all’analisi delle varie problematiche sociali e umane dei popoli incontrati.

In questo libro, propone una trascrizione di brevi Conversazioni sull’Islam, perché, come scrive nella Presentazione, «viene spinto dal desiderio di divulgare le riflessioni su questo argomento oggi ancora in buona parte avvolto da diffidenza, curiosità e un pizzico di mistero, e di far chiarezza in mezzo alle infinite notizie, resoconti e commenti giornalistici, non sempre attendibili e disinteressati che si affollano all’attenzione della gente comune».

C’è anche un altro impulso che spinge l’autore a scrivere, ed è quello di rendere giustizia alla cultura islamica «della quale “l’Occidente” è in larga misura innegabilmente tributario […] cessando per un momento di concedere a questo ambiente, pur tanto vicino al nostro territorio, un interesse alquanto distratto, limitato appena all’ambito delle sue disponibilità petrolifere…».

Lo scopo di Morea è quindi quello «di restituire i diritti della storia a questa cultura», guardata da molti con sospetto, a causa soprattutto del terrorismo praticato da minoranze fanatiche.

 

Un quadro completo dell’Islam, dalle origini ad oggi

I dati e le varie riflessioni che Morea ci fornisce sono frutto delle sue esperienze personali nei luoghi “cuore dell’Islam” del Medio Oriente, di varie indagini e approfondimenti. Il libro è un saggio diviso in cinque parti, presentate tutte da una specifica introduzione: Ricognizione geografica attraverso i territori del mondo islamizzato; Nascita dell’Islam e ramificazione in altre correnti di culto, Le Crociate, I Potentati e l’Impero Ottomano; Dall’Impero Ottomano alla Seconda Guerra Mondiale, I Protettorati, Il petrolio, Il contro-esodo ebraico, Nascita dello Stato d’Israele; I contenuti della religione islamica (nelle diverse correnti), Distribuzione attraverso il mondo; L’Occidente e il mondo arabo dal passato alla visione odierna, Punti di convergenza e di divergenza.

Interessante è il modo in cui l’autore sceglie di terminare ogni conversazione. Le prime due si concludono rispettivamente con una poesia scritta dallo stesso Morea e con un racconto personale, la terza con una «curiosità storico-letteraria», nella quarta ritroviamo ancora un racconto personale, e infine, nella quinta conversazione, l’autore ci propone dei versi di Bob Dylan, Padroni della guerra, che dedica «ai dimenticati del doloroso conflitto palestinese-israeliano e a coloro che quotidianamente muoiono dilaniati dall’avidità del mondo (cosiddetto) civile».

Le conclusioni più personali, in perfetto equilibrio col resto del testo, permettono all’autore di condividere con maggiore intensità le sue esperienze, offrendo, inoltre, un maggiore coinvolgimento nella lettura.

Quelle di questo saggio sono pagine ricche di storia, raccontata, seppur in modo sintetico, con un linguaggio chiaro e semplice. Lo stile di Morea, in generale, è essenziale e fluido e ciò rende il testo adatto a qualsiasi tipo di lettore interessato a conoscere l’Islam.

Procedendo con ordine, nella prima parte del libro, l’autore, dopo aver individuato nel continente asiatico e nell’Africa settentrionale i paesi con maggior presenza di islamici, passa a una classificazione delle caratteristiche di questi luoghi.

Risalta, in questa parte, una descrizione breve ma minuziosa delle peculiarità ambientali, che l’autore può permettersi di fare sicuramente grazie ai suoi studi in geologia e che contribuiranno, insieme all’individuazione di altre caratteristiche, a delineare alcune conclusioni sulla nascita e la diffusione dell’Islam.

Prima, però, l’autore descrive il quadro storico del mondo preislamico e precisamente il periodo che parte dal secondo millennio a.C. per arrivare al VII secolo d.C., quando Maometto fonderà la nota dottrina. Si tratta di un universo caratterizzato da «civiltà raffinate e potenti imperi», culla di numerose evoluzioni: infatti, come scrive lo stesso Morea, «è probabile che proprio in Egitto e in Mesopotamia l’uomo abbia imparato a coltivare la terra, costruendo argini, dighe e canali d’irrigazione».

 

Uno sguardo all’interno dell’Islam, per conoscerlo e comprenderlo

Il mondo preislamico viene sconvolto nel corso del tempo da scontri, invasioni, migrazioni che determinano la costituzione di «civiltà di volta in volta più complesse e avanzate». Non mancherà un cenno al popolo degli Ebrei, la cui storia verrà approfondita nella terza parte, ma anche agli abitanti del deserto, al quale è dedicata la poesia che conclude questa prima parte del libro e che permette di comprendere questo ambiente dalla «sconcertante bellezza e col suo fascino impenetrabile» vissuto in prima persona dallo stesso autore.

Nella seconda e terza parte prende corpo il tema fondamentale del testo: l’Islam, dottrina fondata nel VII secolo d.C. in Arabia da Maometto e diffusa, alla sua morte, dai califfi. Morea descrive il quadro storico in cui si inserisce la nascita di questa nuova religione e la sua seguente diffusione. Altri aspetti trattati sono la scoperta del petrolio e le conseguenti azioni dei vari «Stati egemoni del mondo»; e, come precedentemente accennato, la storia degli Ebrei, fondamentale per cercare di capire i conflitti tra Israele e Palestina, nonché la «tragedia libanese», caratterizzata da lunghe e sanguinose guerre civili.

Nella quarta parte vengono esaminati i contenuti basilari del culto islamico relativi sia alla dottrina principale sia ad alcune delle più note «correnti neofite»; questa sezione è inoltre arricchita da un piccolo dizionario di vocaboli arabi. Infine, nella quinta parte troviamo un raffronto fra il mondo occidentale e quello islamico «adottando i due termini “occidentale e “arabo” in un’accezione puramente indicativa e non sostanziale», e un esame del conflitto mediorientale.

L’autore approfondisce questi aspetti partendo dall’analisi di due ideologie contrapposte che si affermano nel mondo arabo, verso la fine del XIX secolo: il nazionalismo arabo e la rinascita islamica. Mentre la prima, guardando verso l’Europa, mirava a modernizzare la società creando uno stato laico e facendo quindi una distinzione tra religione e politica, la seconda sosteneva una rinascita religiosa e culturale del mondo islamico.

Concludendo, il saggio di Morea ci offre una buona chiave di lettura per capire al meglio questo universo complesso e al tempo stesso affascinante: «Il mondo di cui stiamo parlando ci è troppo vicino perché il suo futuro possa non riguardare anche noi. E in esso, forse più che in ogni altra parte della terra, si giocano le sorti della pace e della guerra senza fine».

 

Mariangela Schiavello

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VIII, n. 81, maggio 2014)

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