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Anno VIII, n 78, febbraio 2014
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Letteratura contemporanea (a cura di Francesca Rinaldi) . Anno VIII, n 78, febbraio 2014

Zoom immagine Delitti celati
nei labirinti
della mente

di Pamela Quintieri
Un amore travolgente
e un passato misterioso
in un giallo edito da Guanda


Se davvero le nostre azioni non sono soltanto frutto della razionalità ma anche il risultato di quello che sentiamo nell’intimo, dai sentimenti più puri alle intenzioni più malvagie, risulta sicuramente molto difficile l’indagine dell’animo umano e la sua rappresentazione dettagliata. Quello che avvertiamo, quello che proviamo, con finezza di intensità o con bieca superficialità, si addensa nella mente motivando il nostro agire.

Il nostro codice morale austero, innegabile o, a volte, spento e oltraggiato, dipinge il corso degli eventi e allora le situazioni possono divenire anche criminose ed efferate.

Quello che si delinea nelle menti di personalità malevole e patologiche, che annientano la loro etica, è qualcosa di complesso e confuso, del quale la società civile vorrebbe certo scoprire la chiave nascosta e segreta che ne apra le porte della conoscenza.

Può essere un fattore genetico o una pura casualità a sconvolgere i piani del fato? A trasformare un essere umano in qualcosa di terribile? Che cosa fa dunque la differenza?

L’indagine della psicologia, inetta e deviata, di queste anime vaganti e pronte a esplodere catastroficamente nei loro disegni criminosi è descritta con maestria in un thriller moderno, raffinato, di forte impatto emotivo: Chi non muore di Gianluca Morozzi (Guanda, pp. 288, € 17,50). Accade allora, come nel caso di questo libro, che caratteristiche tanto anomale e insane, presentate con la giusta mescolanza di curiosità e di suspense, colpiscano il nostro cuore e la nostra mente così che ci appassioniamo alla loro storia nel tentativo di scoprire i meccanismi segreti dell’indole umana per comprenderli e quindi riuscire a difenderci.

E ci sono poi casi in cui – e questo è sicuramente un ottimo esempio – i protagonisti sono così singolari nella loro caratterizzazione psichica ed emotiva da coinvolgerci nella lettura sino alla fine.

«Se fosse un film dell’orrore io dovrei fuggire via, adesso. Ma non è un film dell’orrore, è l’inizio della mia storia d’amore meravigliosa. Questa è l’ultima tappa… Prendo un respiro. Infilo la chiave nella toppa. La giro tre volte. La porta si apre. Forza, Angie. Tre, due, uno. Vai. Faccio un passo. E sono dentro».

 

Angie

La protagonista del romanzo di Morozzi è Angie, una ragazza piena di vita e di intraprendenza che si trova coinvolta nella soluzione di un giallo intricato. Sarcastica, ironica, intelligente e carismatica, la giovane si innamora di Mizar, un musicista, unico superstite della band “Inarcadia ego”: anni prima, infatti, tutti gli altri membri del gruppo sono stati massacrati in circostanze oscure e il colpevole mai trovato. Angie cerca di indagare, accompagnata dal suo fidato amico Lucio, ma viene sempre più catapultata in un gioco, a metà tra il seduttivo e il perverso, dall’ammaliante Mizar. Un thriller sofisticato e avvincente nel senso della complessità della trama e della strutturazione dell’opera, della perizia nella narrazione tesa sul filo del rasoio, della rivelazione inaspettata nei colpi di scena. La voce narrante, l’io descrittivo interno e intimo, quello della protagonista, che racconta in prima persona, contribuisce ad aumentare il grado di coinvolgimento emotivo del lettore. Così come l’utilizzo di una terminologia semplice e gergale, come quella dello slang giovanile, rende il racconto fluido, moderno e immediato.

«Me ne sto in corridoio dando qualche sorsata di birra e fissando quella maledetta porta, ignorando i commenti al mio indirizzo che arrivano dai vari punkettoni diciottenni o dai metallari quarantenni nostalgici. Voglio solo vedere chi sbuca da quella stracazzo di sala B.

Dentro, non si sente più alcun suono di tastiera. I piccoli Guns sono spazientiti: i trenta secondi di ritardo del tastierista misterioso sul cambio turno comprometteranno di certo la loro fulgida e fulminante carriera. Poi la porta si spalanca e…».

 

Un thriller tra ironia e sorpresa

La lettura intensa ed emozionante ci trascina nei meandri della mente umana, dove anche il più irrisorio dettaglio può alla fine rivestire un’importanza determinante, nel romanzo quanto nella realtà. La narrazione procede veloce tra la vita universitaria di Angie, che divide la sua abitazione con quattro improbabili coinquiline dai soprannomi altrettanto ironici (Acido/acida, Candeggina, Papagirl e La cosa), e l’incedere della sua relazione con Mizar. Il passato familiare del “bel tenebroso” comincia a venire a galla quando Angie incontra la seducente sorella di Mizar, Valentina. Questo espediente narrativo permette di fare luce sull’infanzia del musicista e di scoprire che nasconde un segreto inconfessabile, che ne ha condizionato e minato lo sviluppo emotivo.

«Ora è quasi sera. Il cuore picchia e picchia e picchia nel mio petto, mentre aspetto l’autobus a tre cifre che porta a casa di Mizar, picchia e picchia mentre timbro il biglietto, mentre cerco un posto sul fondo, mentre guardo la città scomparirmi alle spalle dopo il Parco Nord. L’autobus si inerpica verso le strade di campagna, e fuori c’è il tramonto, intanto. Ci ho messo quasi un giorno a decidermi. Faccio la cosa giusta? Sto sbagliando? Mi giro le tre chiavi fra le dita. Penso alla terza chiave. Alla soffitta. Cosa ci sarà in quel nastro? Rivelazioni su Mizar?».

 

Pamela Quintieri

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VIII, n. 78, febbraio 2014)

 

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