Homepage - Accesskey: alt+h invio
Editore: Bottega editoriale Srl
Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.

Privacy Policy

Direttore responsabile: Fulvio Mazza
Direttore editoriale: Graziana Pecora
Anno VII, n 74, ottobre 2013
Sei in: Articolo




Editoria varia (a cura di Manuela Mancuso) . Anno VII, n 74, ottobre 2013

Zoom immagine Non chiamateli solo gatti.
I sornioni per eccellenza,
eterni simboli di fascino,
hanno perizia in ogni campo

di Angela Patrono
Da La Vita Felice, una silloge sui felini,
un elogio in versi tra ironia e realtà


Entrano nel nostro cuore a passi felpati e si appropriano di tutti gli spazi vuoti: il divano, il letto, la dispensa. Sono i gatti, insostituibili amici a quattro zampe, compagni di vita che non smettono di ammaliare noi comuni mortali con il loro fascino sornione e irresistibile, al punto da scomodare perfino il genio per eccellenza, Leonardo da Vinci, che di loro scrisse: «Anche il più piccolo dei felini, il gatto, è un capolavoro». Il binomio tra gatti e artisti è cosa risaputa: la presenza discreta dei felini ben si concilia con il desiderio di quiete degli spiriti creativi. Ma non solo…

Gli stessi mici sono stati ispiratori compiacenti di numerose opere letterarie. Poeti come J.L. Borges, T.S. Eliot e Pablo Neruda hanno composto versi appassionati per le tigri di casa nostra. Sullo stesso filone si colloca la silloge di Manuela Minelli, I mestieri delle gatte. Gattosìe e miciastrocche (La Vita Felice, pp. 80, € 13,00). L’opera, impreziosita dai deliziosi acquerelli di Roberta Zannini, si compone di trenta poesie ed è accompagnata da Professioni feline, Prefazione del fumettista gattofilo Stefano Gargano, in arte Kaneda, e dall’Introduzione di Cinzia Marulli.

 

Eclettismo al femminile

Associare un mestiere al gatto è compito arduo e fantasioso insieme. Filosofo zen? Assaggiatore dal palato raffinato? Riduttivo pensare a una sola professione. I gatti sono, per usare la celebre definizione pirandelliana, “uno, nessuno e centomila”. Non tutti sanno che i piccoli felini, in particolare gli esemplari femminili, sono anche abili musicisti, cuochi sopraffini, atleti eccellenti. Minelli, giornalista e scrittrice romana, ci conduce attraverso una serie di «gattosìe e miciastrocche» dal tono ora scanzonato, ora affettuoso, rispecchiando l’indole e le velleità delle gatte: tutti concetti rigorosamente declinati al femminile, poiché, come spiega Marulli nell’Introduzione, «la società felina, e quella dei gatti in particolare, è una società matriarcale con gruppi di femmine che vivono insieme per occuparsi della crescita dei loro piccoli». Si evince infatti, anche dai titoli stessi delle poesie, che grande risalto è dato all’aspetto della gatta come generatrice di vita, accompagnata con delicatezza nelle sue tappe fondamentali: La quasi mamma è ritratta con toni insieme teneri e rispettosi per il «ventre rotondo» di «Sua Sofficità»; La madre, con la sua premura verso i piccoli, impartisce lezioni d’amore gratuito «ad esseri umani che, miseria matta, / umani non sono, ma da legare!»; La nonna, «piccola leonessa appesantita / dai dolori della vita», induce allo sguardo malinconico sul passato.

 

Tra dolcezza e mistero

Venere sciantosa o Diana cacciatrice, la gatta esprime in poesia i mille volti della femminilità. È l’imperatrice altera e sdegnosa o la soave principessa che, in ogni caso, conserva sempre la sua dignità felina, retaggio di antenati selvatici e mai domati. Questo mix di ardore selvaggio e tenerezza domestica trova un culmine e una sintesi perfetta nella poesia L’amazzone: «Lussuria e voluttà / tenebre e luna / sinuosa e altera / nobile e statuaria / solitaria e guerriera / guizzante e giocoliera. / Questo e altro tu sei / gattina mia / bellissima e gentile / che mi accogli ogni sera / dissipando i pensieri bui / che mi affollano l’anima».

Con il suo affetto intenso e mai scontato, il gatto è taumaturgo, specialista nella cura delle ferite più profonde, quelle interiori. E le micie ritratte da Minelli non sono da meno: «Mi tira fuori i pensieri più reconditi / i torti subiti, i nodi radicati / i sogni, le paure, i desideri / gli amori abbandonati. / Non prende appunti, ma si ricorda tutto». È La psichiatra, felina indagatrice dell’anima, protagonista di una delle poesie più belle e rappresentative dell’intera silloge. Con chiusa teneramente ironica: «Come parcella le bastano due carezze, / croccantini al salmone / e un etto scarso di paté al tonno». La cat therapy emerge trionfante anche nella “miciastrocca” La dottoressa: «Sorseggiando un’aspirina / inghiottendo lo sciroppo / la mia gatta Medicina / viene qui e mi fa un rattoppo».

 

Un omaggio d’amore a tutti i mici, nessuno escluso

L’autrice non trascura neppure l’aspetto più giocherellone e avventuroso delle gatte, pronte ad avventarsi su qualsiasi cosa attiri la loro attenzione: «Un sasso giallo, un chicco d’uva, una patata, / tutto salta e ricade roteando / una lumaca, una carta appallottolata, / sono prede con cui giochi smiagolando». Sono le prodezze della gatta calciatrice, che all’occorrenza si trasforma in un’acrobata circense o, se in vena goliardica, in un simpatico clown: «…la gatta pagliaccio avvolta in uno straccio / che sbuca fuori in un momento / per il tuo divertimento».

Le “micissitudini” narrate traggono sicuramente spunto dall’esperienza personale dell’autrice (la sua famiglia è composta anche da un’allegra brigata di animali, tra cui sei gatte e due gatti maschi), filtrate attraverso un occhio amorevole e divertito, che spesso sconfina nel fiabesco e nella narrazione pura. Ne sono un esempio le seguenti poesie: La cantante, storia melodrammatica di una gattina dall’ugola d’oro contesa tra due spasimanti, e La barista, vicenda semiseria di una felina che serve ai tavoli e si ritrova diva per caso.

Il libro di Minelli, insomma, si rivela un brillante omaggio al fascino dei nostri amici gatti, contribuendo in maniera concreta anche al loro benessere. Infatti, il ricavato di ogni copia venduta sarà devoluto all’Associazione “Diversamente gatto”, fondata da tre volontarie che, in Italia e in Europa, si prendono cura di gatti randagi maltrattati o feriti per rimetterli in sesto e affidarli a una famiglia amorevole. Un gesto nobile e toccante che accresce la sensibilità nei confronti dei mici e rende la silloge di Minelli un’opera imperdibile per «tutti quei fortunati / che per scelta o per noia / per amore o passione, / sono umili servi / di un piccino leone».

 

Angela Patrono

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 74, ottobre 2013)

Redazione:
Francesca Buran, Pamela Quintieri, Francesco Rolli, Fulvia Scopelliti
Collaboratori di redazione:
Denise Amato, Simona Baldassarre, Sabrina Barbin, Ilaria Bovio, Francesca Erica Bruzzese, Valentina Burchianti, Maria Laura Capobianco, Maria Assunta Carlucci, Alberto Cazzoli, Cinzia Ceriani, Ilaria Colacione, Guglielmo Colombero, Selene Miriam Corapi, Veronica Di Gregorio Zitella, Giacomo Dini, Maria Rosaria Ferrara, Elisabetta Feruglio, Vilma Formigoni, Francesca Ielpo, Federica Lento, Giuseppe Licandro, Aurora Logullo, Stefania Marchitelli, Pinangelo Marino, Paola Mazza, Sonia Miceli, Irene Nicastro, Lara Parisella, Giusy Patera, Elisa Pirozzi, Luciana Rossi, Maria Saporito, Francesco Staderini, Andrea Vulpitta, Carmine Zaccaro
Curatori di rubrica:
Denise Amato, Mariacristiana Guglielmelli, Francesca Ielpo, Aurora Logullo, Rosina Madotta, Manuela Mancuso, Ilenia Marrapodi, Elisa Pirozzi, Emanuela Pugliese, Pamela Quintieri, Francesca Rinaldi, Francesco Rolli, Fulvia Scopelliti
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT