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A. XVIII, n. 198, marzo 2024
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Dibattiti ed eventi (a cura di Natalia Bloise)

La poesia come fulcro del multiculturalismo
di Annalice Furfari
La città di Reggio Calabria è stata la prescelta come teatro privilegiato
della XXIII edizione del Premio internazionale di poesia “Nosside 2007”


La poesia e il multiculturalismo sbarcano a Reggio Calabria. La città, che si affaccia sullo Stretto di Messina, è stata, infatti, venerdì 30 novembre, teatro suggestivo della cerimonia di consegna del Premio internazionale di poesia “Nosside 2007”, giunto quest’anno alla sua XXIII edizione. Si tratta di un evento prestigioso, che da’ lustro alla regione, portando il suo nome in giro per il mondo. Stiamo parlando dell’unico concorso globale plurilinguistico e multimediale per inediti, organizzato annualmente dal Centro studi “Bosio” di Reggio Calabria e che fa parte dell’Unesco world poetry directory (il direttorio Unesco della poesia mondiale).
Il “Nosside” è un progetto dedicato alla poetessa omonima di Locri del III sec. a.C. Il suo logo è un’opera dell’artista futurista Umberto Boccioni (nato proprio a Reggio Calabria), ispirata al mondo greco classico e rielaborata, per l’occasione, grazie a una creazione dell’orafo crotonese, di fama internazionale, Gerardo Sacco.
Cinque le lingue ufficiali protagoniste del premio: francese, inglese, italiano, portoghese e spagnolo. Tuttavia, il concorso è aperto a tutti gli idiomi del mondo, nazionali, originari, minoritari o dialettali che siano.
L’obiettivo è promuovere una partecipazione autenticamente planetaria, dando impulso a contatti plurilinguistici e multiculturali tra persone accomunate dalla medesima passione, la poesia. Inoltre, il Premio “Nosside” si propone il nobile scopo di tutelare e valorizzare le lingue minoritarie e marginali, le quali troppo spesso, purtroppo, rischiano l’estinzione (basti pensare che ogni due settimane, in media, tre lingue scompaiono), mettendo a repentaglio perfino la sopravvivenza delle peculiarità e delle specificità culturali che vi stanno dietro. Si tratta di un patrimonio globale, che dovrebbe essere difeso con maggior vigore e che, invece, viene sempre più abbandonato a se stesso.

La cerimonia di consegna del Premio
A inaugurare la cerimonia di consegna del “Nosside 2007”, svoltasi presso la sala “Giuditta Levato” di Palazzo Campanella (sede del Consiglio regionale della Calabria), è stato il presidente del centro studi “Bosio”, Pasquale Amato, il quale ha illustrato la dimensione planetaria dell’adesione al concorso, avvalendosi di tabelle e grafici.
Alla XXIII edizione del Premio hanno partecipato 32 paesi, appartenenti a tutti e cinque i continenti. La maggior parte delle iscrizioni è provenuta dall’Europa e dall’America, ma si è registrato l’inserimento dell’Asia, che mancava nella precedente edizione. Ciò ha riempito di orgoglio il presidente, così come l’aumento delle adesioni dei paesi africani, rappresentati, l’anno passato, da un solo partecipante. Amato ha rievocato le tappe salienti del concorso da lui promosso, raccontando come, progressivamente, sia riuscito a espandersi, abbattendo ogni confine nazionale e linguistico e puntando alla «realizzazione del sogno dell’unico premio globale di poesia del mondo».
Rispetto all’edizione precedente gli idiomi sono aumentati da diciannove a ventidue; sedici, tra questi, compaiono nell’antologia che ha raccolto le poesie dei vincitori, pubblicata da Città del sole edizioni.
La presenza dell’italiano è scesa al 47,05%, ma non perché i nostri conterranei abbiano partecipato con minore consistenza, bensì a causa dell’auspicato aumento delle adesioni dagli altri paesi del mondo (52,95%), le quali hanno, finalmente, consentito di conseguire quel «multiculturalismo che, da sempre – ha affermato il presidente –, caratterizza lo Stretto, andando oltre la centralità mediterranea». La seconda lingua è lo spagnolo (22,09%), rappresentato da poeti che provengono tanto dalla Spagna quanto dall’America Latina.
Terminata l’introduzione del presidente, si è entrati nel vivo della cerimonia, con la distribuzione dei premi ai vincitori e la lettura dei loro versi, recitati, anche in lingua originale, con toccante maestria oratoria, da Francesco Sgrò e Jessica Granato. A fare da sottofondo alle liriche, le note struggenti e malinconiche della chitarra di Salvatore Zema.
A ricevere l’attestato nella categoria “Segnalazioni”, Elena Auddino, Giovanna Brancatisano Sciarrone e Antonio Pugliese.
Per la classe “Menzionati poesia scritta” sono stati premiati: Lilian Dora Gattaz Correia (1952 – Sao Paulo, Brasile), per la poesia in lingua portoghese Para falar de (Per parlare di); Giovanni Longo (1960 – Reggio Calabria, Italia), per la poesia in lingua italiana Invoco amore; Claudia Pugliese (1986 – Montebello Jonico, Rc, Italia), per la poesia in lingua italiana Notte di luce; Minna Rajainmaki (1983 – Kirkonummi, Finlandia), per la poesia in lingua finlandese (con versione in inglese) Kahvin orja – Black Coffee (Caffè nero).
Nella categoria “Menzionati speciali poesia scritta” i premiati hanno ricevuto 4,00 euro, la targa “Nosside”, ispirata all’opera di Boccioni e un dolce al bergamotto.
Si tratta di Tiziana Gabrielli (1969 – Chieti, Italia), che ha composto la poesia in lingua italiana L’Orizzonte, sul dramma degli sbarchi dei clandestini e dei loro sentimenti contraddittori lungo il tragico tragitto, dall’abbandono dei loro territori d’origine all’arrivo nel nostro paese. Come ha evidenziato l’autrice, questi versi sono stati scritti allo scopo di «combinare cronaca, poesia e impegno civile, mostrando ciò che i telegiornali non ci consentono di vedere e coniugando apertura, rispetto e un’etica di responsabilità nei confronti delle culture diverse dalla nostra».
Premiata anche Rosalie Gallo (1945 – São José do Rio Preto, Sp, Brasile), per la poesia in lingua portoghese Este mar calabrês (Questo mare calabrese), sull’importanza della memoria, che è sempre nostalgica per chi è cresciuta in Brasile «con quattro nonni calabresi che decantavano le bellezze della loro terra, tanto da farle percepire di essere finalmente a casa quando, per la prima volta, ha ammirato il mare della Calabria», ha raccontato l’autrice della lirica.
Rayen Kvyeh (Temuco, Cile) ha ricevuto la menzione speciale per la poesia in lingua mapudungun (con versione in lingua spagnola) Mawvn xuyu – Lluvia de besos (Pioggia di baci).
L’autrice fa parte di un popolo, il Mapudungun appunto, che abita la parte mediana del Cile e che è riuscito a resistere, per decenni, ai tentativi di colonizzazione spagnola e solo nel 1980 è stato sottomesso dai generali cileni.
È un’etnia che ha realizzato, con successo, un sistema politico di democrazia comunitaria, in cui tutti partecipano al governo e alle decisioni più rilevanti.
Ecco perché, per lungo tempo, non sono stati assoggettati, lottando, uniti, per difendere la loro libertà, la loro cultura e i loro costumi. La stessa Kvyeh ha conosciuto il carcere e l’esilio per aver combattuto per la sua gente. Come ci racconta la poetessa, il suo è un «popolo di tradizione orale, in cui la parola scritta è comparsa soltanto negli ultimi vent’anni.
Così i poeti hanno riscoperto i sogni dei loro nonni, per tradurre in forma scritta e trasmettere alle nuove generazioni il senso autentico e profondo della resistenza della loro comunità». Grazie alla sua testimonianza, siamo entrati in contatto con un mondo molto diverso dal nostro, in cui si crede ancora nei segni della natura e la parola ha una forte valenza musicale, quasi mistica (l’autrice ha, infatti, recitato la sua lirica, accompagnandola con il canto).
Paco Sininho (1977 – Maputo, Mozambico), che ha dedicato il premio alla sua terra, ha composto la poesia in lingua ronga (con versione in portoghese) Musambiki ambilwini – Moçambique na alma (Mozambico nell’anima).
Per la categoria “Vincitori poesia scritta” i premiati hanno ricevuto 8,00 euro, la targa “Nosside” e un dolce al bergamotto. Si tratta di Lurdiana Costa Araujo (1971 – Brasilia, Brasile), che ha composto la poesia in lingua portoghese Desmundo (Senza mondo), lirica contrassegnata da immagini suggestive, che celebrano la memoria delle esperienze vissute durante l’infanzia.
Morela del Valle Maneyro Poyo (1977 – Ciudad Bolivar, Venezuela) è stata premiata per la poesia in lingua amazzonica Kari’ña (con versione in spagnolo) Abaana’imie (Uccello cantore dell’Amazzonia), recitata al suono delle maracas. Come ci ha spiegato l’autrice, «la lirica costituisce un’invocazione alle nonne del suo popolo, che rappresentano la saggezza e sono le regine della comunità».
Ancora una volta, il “Nosside” ci ha consentito di entrare in contatto con una piccola comunità molto diversa dalla nostra, contrassegnata da usanze culturali peculiari, profondamente radicate nella tradizione del territorio, ma che corrono il pericolo di estinguersi, se non vengono tutelate nelle loro specificità.
Domenico Luiso (1937 – Bitonto, Ba, Italia) ha vinto con la poesia in lingua italiana C’è sempre un’ora, nella quale ha figurato di «astrarsi per un attimo dallo scorrere inesorabile del tempo, che costituisce la peggiore tragedia per un uomo, creando una bolla di sapone in cui poter custodire i ricordi più belli e la donna amata».
Il vincitore di “Nosside video” è Domenico Labate (1952 – Monreale, Pa, Italia), che ha realizzato la poesia in video in lingua italiana Oltre la cenere, avvalendosi della regia di Gaetano Labate (Reggio Calabria, Italia). L’autore è riuscito a coniugare splendidamente lirica, natura, immagini e musica, sfruttando un canale di espressione che gli offre l’opportunità di «aprirsi verso l’altro, comunicando ciò che non è possibile manifestare in modo differente».
Infine, è stato incoronato “Vincitore assoluto” del “Nosside” 2007 David Lecona Rodríguez (1976 – Ciudad de Mexico, Messico), grazie alla poesia in lingua spagnola Tarde de octubre (Sera di ottobre). Dell’emozionatissimo Rodríguez sono state recitate tre liriche: oltre a Sera di ottobre anche Sotto la cascata e Ci sono giorni, poesie struggenti, malinconiche, che narrano di «un amore finito e di un periodo molto triste» nella vita dell’autore, il quale ha rivelato che la poesia costituisce, per lui, «l’ultima risorsa per esprimere sentimenti, emozioni, suggestioni che, altrimenti, non riuscirebbe ad esternare».
Il vincitore ha ricevuto 2.000,00 euro, la targa in argento, realizzata dall’orafo Gerardo Sacco, e la Testa del filosofo, opera in bronzo, omaggio dell’amministrazione provinciale.
La serata si è conclusa in bellezza, grazie all’esibizione alle chitarre del duo Zema-Lencés.
Ma il “Nosside” non ha terminato qui il suo percorso. Sabato 1 dicembre, infatti, la manifestazione si è spostata a Messina, dove si è tenuto un seminario di studi sul tema L’impegno strategico del progetto “Nosside” in difesa delle identità culturali e linguistiche dei popoli originari e minoritari del mondo, cui hanno partecipato i vincitori e i menzionati speciali appartenenti alle varie etnie. La “tre giorni” si è conclusa lunedì 3 dicembre a Roma, nella sede dell’Istituto italo-latino americano, dove si è svolto l’incontro con i poeti dell’America Latina.
Insomma, il “Nosside” dispiega il suo impegno, a sostegno della poesia e delle culture minoritarie del mondo, a tutto campo, mostrando il suo volto autenticamente internazionale.

Annalice Furfari

(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 5, gennaio 2008)
Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
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