Homepage - Accesskey: alt+h invio
Editore: Bottega editoriale Srl
Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.

Privacy Policy

Direttore responsabile: Fulvio Mazza
Direttore editoriale: Graziana Pecora
Anno VII, N. 66, febbraio 2013
Sei in: Articolo




Problemi e riflessioni (a cura di Angela Galloro) . Anno VII, N. 66, febbraio 2013

Zoom immagine Gli ultimi cento anni
di attività dell’Animi:
i progressi del Sud
verso un’Italia unita

di Federica Lento
Da Rubbettino, la storia e i successi
dell’associazione narrati dal direttore


L’Animi, Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia, è un ente che svolge attività culturale e di ricerca sulla storia del Mezzogiorno e su quella del pensiero meridionalistico; gestisce la Biblioteca di studi meridionali “G. Fortunato” che, costituita nel 1923, è oggi, con i suoi 40.000 volumi, la più specializzata d’Italia sui problemi del Mezzogiorno; pubblica la rivista Archivio storico per la Calabria e la Lucania e cura la collana Collezione di studi meridionali. L’Associazione fu fondata da Leopoldo Franchetti e Giustino Fortunato. Il primo, politico, economista e studioso meridionalista, fu senatore del Regno d’Italia e autore, tra l’altro, insieme a Sidney Sonnino della celebre inchiesta sulla delinquenza in Sicilia. Il secondo, politico e storico, fu uno dei più importanti rappresentanti del meridionalismo.

L’Animi fu avviata nel 1910 e la presidenza onoraria venne conferita a Pasquale Villari, alla cui morte subentrò Fortunato, che rimase in carica per tutta la vita.

Con il Secondo dopoguerra le iniziative scolastico-culturali furono abbandonate e l’associazione concentrò la sua attenzione sul filone culturale. Dal 1994 le attività sono dirette da Guido Pescosolido che, in occasione del centenario dell’Animi, ha curato un saggio dal titolo Cento anni di attività dell’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia e la questione meridionale oggi (Rubbettino, pp. 409, € 18,00) dando rilievo ai disagi sociali delle regioni del Sud Italia, in particolare quelli delle classi più svantaggiate, evidenziati dall’Animi.

 

Le attività dell’Animi

L’associazione ha impegnato le energie dei massimi esponenti del meridionalismo italiano, che ne rinnovarono la struttura organizzativa e l’iniziativa culturale, come Umberto Zanotti Bianco che le dedicò interamente il suo prestigio e le sue inesauste capacità, coinvolgendo amici come Luigi Albertini, Riccardo Bauer, Luigi Einaudi, Giuseppe Isnardi, Giovanni Malvezzi, e molti altri.

L’Animi, in un’ottica di filantropia sociale, intervenne con pronte e straordinarie iniziative di assistenza in occasione di calamità naturali. Dopo il terremoto di Messina e Reggio Calabria del 28 dicembre 1908, i promotori dell’Animi lanciarono un forte appello alla collettività nazionale e promossero un’intensa mobilitazione a favore delle aree terremotate. La gara di solidarietà, in cui la parte più ricca del paese si prodigò per aiutare quella meno fortunata, vide impegnate le forze più svariate per convinzioni politiche e appartenenza culturale e ideologica. La costituzione dei comitati di soccorso per il terremoto portò alla nascita di una struttura organizzativa, basata sul volontariato e finalizzata alla prima assistenza, che attivò energie in buona parte divenute patrimonio costitutivo dell’associazione.

Alla base dei moventi ideali e dei programmi operativi dell’Animi vi era l’analisi delle condizioni di divario nel paese, premessa e strumento per operare sul territorio meridionale e mettere in movimento le energie e le risorse latenti del Mezzogiorno. Centrale per l’associazione fu, sin dai primi anni, il tema dell’educazione; ricordiamo l’inchiesta sulle condizioni della scuola in Calabria condotta da Umberto Zanotti Bianco con Giovanni Malvezzi, dalla quale emerse un altissimo livello di analfabetismo nella regione e che portò, come pronta soluzione, a intraprendere un’intensa esperienza educativa che durò decenni, con l’apertura dei primi tre asili già dal 1911 a Melicuccà e a Bruzzano Zeffirio e poi a Villa San Giovanni.

Per quanto riguarda l’aspetto finanziario, il sostegno fu per lo più garantito dalle contribuzioni volontarie di istituzioni private e pubbliche. Fondamentale fu, fin dalla nascita, il legame con la Banca d’Italia, sorto per iniziativa del suo direttore generale Bonaldo Stringher.

Gaetano Piacentini, segretario generale dal 1923, svolse una funzione fondamentale nel conferire alle attività un carattere di coordinamento fortemente decentrato e localizzato nelle aree di intervento. Dalla provincia di Reggio Calabria, che ebbe accanto a Roma anche un ruolo direttivo, l’attività si estese in quegli anni alle principali regioni del Mezzogiorno.

Oltre alla sede di Roma, ubicata a Palazzo Taverna, l’associazione aprì nel 1912 un proprio ufficio distaccato a Reggio Calabria, dove si trasferì lo stesso Zanotti Bianco, che ne fece un vero e proprio laboratorio di iniziative umanitarie e culturali.

Tre furono i principali campi di intervento: tutela dei beni storico-artistici e paesaggistici, finalizzata a valorizzare gli elementi di identità storico-territoriale; l’assistenza alle popolazioni bisognose di soccorso umanitario e il sostegno ai progetti di sviluppo economico sulla base delle indicazioni dell’inchiesta Nitti-Faina con incentivi alla creazione di imprese locali, costituzione di corsi professionali, elaborazione di progetti di riforma finalizzati a facilitare le esportazioni dei prodotti ortofrutticoli meridionali; assistenza all’infanzia e creazione di asili; lotta all’analfabetismo, mediante istituzione di scuole diurne e serali, biblioteche e centri di cultura.

Furono proprio la fondazione di numerosi asili d’infanzia e, a partire dal 1921, l’organizzazione per delega del Comitato contro l’analfabetismo di circa 1.800 scuole diurne, serali e festive per bambini e per adulti ad assicurarle i meriti maggiori e un posto rilevante nella storia dell’educazione popolare in Italia. Nel Dopoguerra, l’associazione via via ridusse, per poi abbandonare del tutto, le iniziative scolastico-assistenziali, e concentrò le proprie energie nel potenziamento delle attività a carattere più strettamente culturale.

In questo ambito fu realizzata, in collaborazione con altri enti e istituzioni culturali, un’intensa serie di convegni e di seminari, che accesero su scala nazionale l’interesse per le problematiche meridionali e concorsero alla formazione di un ceto dirigente meridionale più consapevole.

Inoltre l’Animi contribuì a realizzare un programma di ricerche e studi sia sulla storia del Mezzogiorno in età moderna e contemporanea, sia sull’operato dei maggiori esponenti del meridionalismo dei secoli XIX e XX.

Questo impegno portò alla pubblicazione di importanti volumi apparsi nella nuova serie della collana Collezione di studi meridionali, promossa dalla stessa associazione.

Quella dell’Animi è, dunque, la storia di chi crede nella possibilità del riscatto e dello sviluppo economico e civile del Mezzogiorno, per il quale ritiene di doversi prodigare, sorretta da uno spirito etico e uno slancio umanitario fuori del comune.

 

Il bilancio di cento anni di attività

Il saggio di Guido Pescosolido è una fedele ricostruzione e un resoconto di un secolo sulle attività dell’Associazione. In particolare, al suo interno, gli interventi di studiosi del Mezzogiorno del calibro di Luigi Compagna, Michele De Benedictis, Adriano Giannola, Enrico Pugliese, Giovanni Russo, Francesco Sicilia, Sergio Zoppi si sono soffermati sulla questione meridionale e sul suo riscatto. Il filo comune dell’analisi di questi autori è l’idea forte che il Sud può e deve riprendere il suo adombrato valore soprattutto grazie alla partecipazione in prima linea di una classe dirigente attenta e responsabile. Il Meridione appare dunque, in questa dettagliata analisi storica, capace di rilanciarsi in un’ottica nazionale, consapevole dell’importanza del superamento dei divari tra Nord e Sud. L’Animi ha in sé questo spirito unitario: del resto i suoi fondatori erano personalità del Nord, del Centro e del Sud, uniti da un amore comune per un’Italia unita.

 

Federica Lento

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 66, febbraio 2013)

Redazione:
Francesca Folino, Giuseppina Pascuzzo, Pamela Quintieri, Alessandro Randone
Collaboratori di redazione:
Simona Baldassarre, Maria Balsamo, Micol Bertolazzi, Ilaria Bovio, Francesca Erica Bruzzese, Valentina Burchianti, Maria Assunta Carlucci, Costanza Carzo, Alberto Cazzoli, Cinzia Ceriani, Guglielmo Colombero, Simona Comi, Selene Miriam Corapi, Stefania Falbo, Maria Rosaria Ferrara, Elisabetta Feruglio, Vilma Formigoni, Francesca Ielpo, Giuseppe Licandro, Jacqueline Maggio, Stefania Marchitelli, Pinangelo Marino, Paola Mazza, Sonia Miceli, Rossella Michienzi, Elena Montemaggi, Irene Nicastro, Lara Parisella, Giuseppina Pascuzzo, Giusy Patera, Angela Patrono, Serena Poppi, Emanuela Pugliese, Francesca Rinaldi, Luciana Rossi, Maria Saporito, Benedetta Schiariti, Antonella Spadafora, Giovanna Vizzari, Andrea Vulpitta, Carmine Zaccaro
Curatori di rubrica:
Francesco Mattia Arcuri, Francesca Folino, Angela Galloro, Mariacristiana Guglielmelli, Francesca Ielpo, Mària Ivano, Rosina Madotta, Manuela Mancuso, Ilenia Marrapodi, Rossella Michienzi, Emanuela Pugliese, Pamela Quintieri, Fulvia Scopelliti, Alba Terranova
Autori:
Dayana Borzomì, Veronica Di Gregorio Zitella, Stefania Falbo, Adelina Guerrera, Francesca Ielpo, Federica Lento, Giuseppe Licandro, Rossella Michienzi, Irene Nicastro, Angela Patrono, Giuseppe Peluso, Emanuela Pugliese, Maria Rosaria Stefanelli, Cristina Venneri
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT