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A. XVIII, n. 199, aprile 2024
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Dibattiti ed eventi (a cura di Natalia Bloise)

“Più libri più liberi” vive l’interesse per la lettura
di Francesca Melania Monizzi
Numeri da capogiro in questa sesta edizione della Fiera della piccola e media
editoria: l’Aie organizza l’evento e riferisce un’affluenza incisiva di visitatori


I numeri della sesta edizione – organizzata dall’Associazione italiana editori (Aie), con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche culturali del Comune di Roma, della Provincia di Roma e della Regione Lazio, con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività culturali, della Camera di Commercio di Roma e con la partnership del Ministero della Pubblica istruzione, di Biblioteche di Roma, di Radio Tre e di Atac – della Fiera della piccola e media editoria “Più libri più liberi” (6-9 dicembre 2007, Palazzo dei Congressi-Eur) sono numeri da capogiro. Gli ingressi totali registrati sono 50.873. In particolare, la presenza relativa ai piccoli lettori, è pari a 7.448 bambini e ragazzi, tutti coinvolti, anche e soprattutto grazie all’apporto degli istituti scolastici, dal mondo di carta della piccola e media editoria italiana. Un picco netto di affluenza è rintracciabile nella giornata di sabato 8 dicembre: la soglia di 17.000 visitatori, raggiunta in un’unica giornata, rappresenta, infatti, un momento apicale nella storia del diagramma di “Più libri più liberi”. Ma quali sono le cifre legate a coloro che riportano, sulla carta stampata, i momenti essenziali dell’edificio fieristico?

Altri numeri da capogiro
Ecco un altro numero da capogiro: 875 giornalisti accreditati per assistere a questa edizione. Un numero positivo, soprattutto se si tiene presente la fluidità e la celerità dell’ufficio stampa dell’Aie nelle modalità di “ammissione” dei giornalisti pubblicisti e professionisti alla manifestazione. Gli oltre 200 incontri culturali di “Più libri più liberi” offrono un’ulteriore cifra da interpretare. Dibattiti e presentazioni di libri sono, infatti, i primi veicoli di un processo di interazione sociale e costituiscono i primi spazi in cui i lettori – anche i meno solidi culturalmente – possono accedere alle “stanze segrete” degli autori, oppure entrare nel vivo di certe questioni sociali, che restano, talvolta, appannate agli occhi della gente comune: i libri sono portatori di linee editoriali docili o scardinanti, da discutere e su cui riflettere, oltre che da sfogliare e da leggere. In tale prospettiva, la sesta edizione della fiera appare come una timoniera della “democrazia dei libri”. Insomma, “Più libri più liberi” 2007 detiene risultati di affluenza, che riflettono una curiosità episodica, una spinta frenetica o un’attenzione elettiva autentica verso il mondo di carta, verso quel parallelepipedo stracolmo di libri, con 400 stand, targati dagli editori provenienti da tutte le regioni della nostra penisola. E il commento ufficiale dell’Aie fa riferimento a un grande e rinnovato interesse per il libro e la lettura e indica il volume più venduto: L’eleganza del riccio (Edizioni e/o, pp. 335, € 18,00) di Muriel Barbery, una rivelazione letteraria francese del 2007 munita del Prix des Libraires.

Caos, carta e intersezioni d’inchiostro
Voltiamo pagina. Anzi, mutiamo “registro emotivo”. I numeri, si sa, appaiono i detentori incontrastati dell’edificio fieristico della piccola e media editoria. Ma la trama esperienziale della sesta edizione di “Più libri più liberi” si coglie attraverso i suoi numerosi spazi espositivi. Cerchiamo di restituire una manciata di impressioni, curiosità e novità raccolte, direttamente, “sotto” i fari degli stand, con un passo volutamente disordinato e senza nessuna pretesa di esaustività. Ecco un primo stand che osserviamo in maniera ravvicinata: cerchiamo una collana minimalista e raffinata. Riusciamo a individuare i sassi nottetempo, minuscoli e colorati. Il “sasso fieristico” che ci cattura è un libricino illustrato: Il gioco della sera. Conversazione con James Joyce di Adolf Hoffmeister (Edizioni nottetempo, pp. 44, € 3,00). Si tratta di un’intervista realizzata, a Parigi, negli anni Trenta: un “sasso” che trascina nel flusso coscienziale dell’Ulisse, fino al caotico Work in progress dello scrittore irlandese.
Ecco un secondo stand che cattura la nostra attenzione: si tratta della Città del Sole Edizioni, una casa editrice reggina che, scopriamo dalla visita, essere piccola quanto dinamica, parca quanto coraggiosa. Manteniamo il filo della propensione verso le novità editoriali destinate a tutti «i viaggiatori del caos»: Esercizi materiali. Letture per sale da tè, d’attesa e da bagno di Domenico Loddo (Città del Sole Edizioni, pp. 96, € 8,00). Si tratta di un libro di racconti «surreali e sud-reali» che annotiamo sul nostro taccuino di riflessioni fieristiche come testo da leggere.
Rivolgiamo la nostra attenzione ad un ulteriore spazio espositivo. La novità editoriale, che ci fa rallentare il passo, è racchiusa all’interno di un cofanetto: Memorie di Adriano. La voce dell’Imperatore (Edizioni minimum fax, libro & Dvd, pp. 69, € 25,00). Si tratta di un audiovisivo abbinato a un ricercato supporto cartaceo: il film Memorie di Adriano. La voce dell’Imperatore di Matteo Raffaelli “viaggia” con il volume Adriano. Ritratto di una voce (adattamento di Jean Launay da Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, curato da Marica Stocchi, con testi di Giorgio Albertazzi, Dario Fo e Maurizio Scaparro). Se il film, diretto da Matteo Raffaelli, coniuga letteratura, teatro e storia, sullo sfondo delle suggestioni archeologiche di Villa Adriana (sito tutelato dall’Unesco come patrimonio dell’umanità), a Tivoli, il libro, curato da Marica Stocchi, offre la possibilità parallela di scavare nel copione teatrale di Giorgio Albertazzi, grazie alla riproduzione degli appunti riportati a margine dei fogli di recitazione. L’adattamento teatrale di Jean Launay riassume il delicato lavoro realizzato sulla traduzione italiana – quella curata nel 1963 da Lidia Storoni Mazzolani – del capolavoro di Marguerite Yourcenar (Bruxelles, 1903 – Mount Desert, 1987), nella versione utilizzata per la prima messa in scena dello spettacolo, prodotto dalla Compagnia Teatro di Roma nel 1989. Tutto ciò permette di ripercorrere almeno due segmenti di tempo. Sono quasi vent’anni che il teatro italiano propone un’interpretazione coinvolgente dell’imperatore Adriano. E sono trascorsi vent’anni pieni dalla morte, il 17 dicembre 1987, di Marguerite de Crayencour, conosciuta con lo pseudonimo di Marguerite Yourcenar. Cosí, allo scoccare del solstizio d’inverno, il mondo della piccola e media editoria – attraverso input culturali lievi – consente a tutti di affacciarsi su innumerevoli passaggi letterari, sincronici e diacronici.

Francesca Melania Monizzi

(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 5, gennaio 2008)
Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
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