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Anno VI, n. 59, luglio 2012
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Problemi e riflessioni (a cura di Angela Galloro) . Anno VI, n. 59, luglio 2012

Zoom immagine Il tema del profitto
affrontato secondo
i principi dell’etica
da Antiseri e Panizza

di Maria Lisa Summaria
Per Rubbettino, un dialogo serrato
su temi attuali, tra filosofia e fede


Con il sesto volume della collana Zonafranca, dal titolo Il dono e lo scambio, la casa editrice Rubbettino regala ai propri lettori un piccolo testo prezioso. Tale, anzitutto, per il tono pacato e per la reale ricerca di confronto e scambio che si avverte da parte di entrambi i protagonisti di queste pagine, ma anche per gli spunti di riflessione offerti su temi oltremodo attuali e complessi quali solidarietà, mercato, spazio riservato alle scelte etiche, in un momento in cui sembra invece difficile prendere posizioni controcorrente. Non ci si riferisce solo alla crisi economico-finanziaria che il mondo sta attraversando quanto piuttosto a quella etico-morale che sembra attanagliare le coscienze sia dei singoli individui che della collettività.

Gli autori, il filosofo Dario Antiseri e don Giacomo Panizza, che nel libro vediamo come “dialogatori” impegnati in un confronto su temi molto controversi sono, il primo, membro del Comitato scientifico della Scuola superiore di Alti studi del Collegio “San Carlo” di Modena e il secondo, sacerdote e fondatore della comunità Progetto sud, attiva promotrice di lavoro sociale sul territorio calabrese. Come l’editore stesso afferma nella nota che apre il saggio Il dono e lo scambio (Rubbettino, pp. 92, € 10,00), è stata proprio la casa editrice a chiedere questa riflessione e ciò rende merito al lavoro degli editori come imprescindibili “sollecitatori” dell’opinione pubblica.

 

Dall’idea di mercato come luogo di scambio al concetto del prossimo invisibile

Più che una vera e propria struttura rigidamente seguita nell’esposizione e nel trattamento delle questioni affrontate vi è, all’interno del libro, una parabola logica che definisce l’evolversi del pensiero. Antiseri, infatti, inizia le proprie riflessioni partendo dall’idea di scambio come commercio e di come i filosofi nel corso dei secoli, dai presocratici fino a Popper, abbiano attribuito a questa idea una funzione emancipatoria del genere umano. Riprendendo poi la questione della proprietà privata così come affrontata da Leone XIII e Giovanni Paolo II, che ne hanno fatto a suo parere una difesa «teoricamente penetrante e moralmente coraggiosa», il filosofo arriva infine ad affermare che «tra profitto e solidarietà esiste un rapporto di interdipendenza». Dunque, e qui sta il fulcro centrale dell’intero discorso, il “dono” può avere ragione di esistere solo se avviene «fuori dal mercato e non come correzione del mercato».

Don Panizza affronta ovviamente le cose da un’altra prospettiva: quella dell’uomo di fede che coraggiosamente afferma di ricavare molte delle sue riflessioni dal terreno dell’antropologia. Egli ridimensiona il ruolo del commercio nella storia della civiltà e sottolinea invece il ruolo dell’etica intesa come insieme di scelte quotidiane, capaci di inserire in un ordine di senso tutta la nostra vita. Riprendendo le parole di Benedetto XVI, secondo cui «ogni decisione economica ha una conseguenza di carattere morale», il religioso afferma che alla base dell’economia vanno poste le persone, non i profitti. Altri punti importanti affrontati nel corso delle sue considerazioni sono la proprietà privata immateriale, che oggi pone quesiti inediti e molto problematici, l’idea di “impegno morale difensivo proattivo” e ancora quella di “prossimo universale”, tutti concetti tesi a un orientamento che si presenta come nemico dell’idea di economia pura, slegata cioè da etica e politica.

 

Un percorso a due voci

La struttura sulla quale è organizzato il saggio è semplice: i capitoli si alternano uno dopo l’altro e a ciascuno di essi corrisponde un diverso momento di riflessione da parte del filosofo e del religioso, ma è sempre il primo che pone gli interrogativi al secondo le cui repliche successive si articolano come vere e proprie risposte. I capitoli su cui si organizza il “dialogo” sono dieci, preceduti da una nota nella quale si spiega la volontà della casa editrice di pubblicare testi «che mirano a conciliare l’etica cattolica e lo spirito del capitalismo».

Un pregio del libro, oltre alla moderatezza cui si accennava in precedenza, è certamente il fatto di non voler essere una sfida a suon di citazioni più o meno dotte da parte dei due autori, a cui invece va il merito di aver riportato in vita personaggi un po’ dimenticati come don Luigi Sturzo e Giorgio La Pira e il cui dibattito ideologico, dalle tinte forti, occupa la parte finale del testo. Tra i diversi concetti espressi l’ultimo, quello della “illegalità del bisogno”, rimane purtroppo insufficientemente spiegato e analizzato ma potrebbe essere lo spunto per far seguire un secondo volume a questo primo assaggio di dialogo antropologico.

 

Una sfida da vincere

Il dono e lo scambio è uscito nelle librerie a maggio, mese nel quale si svolge a Pistoia un interessante festival di antropologia proprio sul tema dello scambio e del dono dal titolo Dono dunque sono. Donare, scambiare, condividere per una società più equa, durante il quale numerose personalità tra cui filosofi, scrittori e antropologi si sono confrontati su questi temi. Sebbene l’assenza dei due autori, Antiseri e don Panizza, tra i relatori presenti sia un elemento da segnalare con rammarico, quello che si vuole sottolineare, citando questo festival, è l’attualità di questo piccolo libretto della Rubbettino, delle domande che si pone e che suggerisce ai lettori. Ed è proprio a questi ultimi che viene data l’opportunità di avere tra le mani un libro per affrontare «i tempi della crisi, uscendone insieme cresciuti in umanità».

 

Maria Lisa Summaria

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 59, luglio 2012)

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