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A. XVIII, n. 199, aprile 2024
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Emozioni in versi (a cura di Mària Ivano)

Zoom immagine Una raccolta di poesie
per meditare sulla vita,
allontanarsi dal reale
e cercare la felicità

di Maria Grazia Franzè
Ibiskos editrice Risolo propone un’opera di composizioni poetiche
che contemplano i ricordi e alleviano i turbamenti dell’anima


Una raccolta di poesie per allontanarsi dal quotidiano. Un insieme di emozioni che partono dal cuore e sono espresse con l’inchiostro. Trentuno componimenti poetici che esprimono i sentimenti più nobili, propri dell’essere uomo, e trasformano l’“ordinario” in “straordinario”. Massimiliano Coccia, giovane autore romano, oltre ad occuparsi di scenografia e testi teatrali, dopo aver conseguito una laurea in Architettura e svolgere la propria attività, mostra la sua bravura poetica nella pubblicazione di Nelpersempre (Ibiskos editrice Risolo, pp. 66, € 10,00) per la collana diretta da Monia B. Balsamello.

 

Dipingere di versi la pagina bianca

«“La pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca” E Coccia lo sa. E bene. Perché è un poeta che dipinge la pagina bianca con la linea precisa del verso. La parola gocciola evocativa, precisa, intensa. Dondola sul foglio, sferza, schiaffeggia, inchioda. La parola è dama sensuale, riferimento d’amore, analisi del cuore spiraglio di porta lasciata aperta per intuire». Queste sono le parole che, nella Prefazione, la curatrice della collana afferma per presentare non solo l’intero componimento poetico, ma anche l’intento dell’autore stesso che, attraverso le sue creazioni, espone le sue paure, i suoi ricordi e gli affetti più cari. La raccolta inizia con un componimento che va al di là di ogni tempo presente per immaginare un posto futuro in un tempo incerto: «Ci sarà un luogo che ci troverà pronti,// ci sarà la vita ad aspettare nuovi giorni». In quattro strofe totali, questi versi si ripetono trasformando la realtà e il quotidiano, spingendo il lettore verso un atteggiamento di attesa e speranza per qualcosa di migliore e per un posto che non si vive nel presente. Ma la poetica non si arresta solo a qualcosa di indefinito e imprecisato, si rivolge anche alla grande autrice milanese Alda Merini. A lei, infatti, Coccia scrive Ad Alda Merini (che guarda Montale), un dialogo davanti ad una sua ridente fotografia dalla quale non riceve nessuna risposta e di cui riportiamo gli ultimi versi: «La pazzia è solo l’esperienza// la follia inutile impazienza// di quando tutto va// indimenticato Amore».

Componimenti poetici che «“contengono moltitudini” scriveva Whitman, e Coccia non rappresenta il se stesso nel mondo ma un sé che recita e deve recitare per permettere al lettore di rubare, di riconoscersi».

 

La ricerca del tempo perduto, nel passato e nel presente

Ricordi e memoria, sensazioni provate e attese in Lezione 1231 dove le prime strofe sono quelle dette non direttamente da Coccia: «Il Professore dice:// “Il tempo che ritorna, forse, è il recesso// del tempo del presente// come quel tale uccello che riconosce// la durata del suo canto,// ma che a richiesta di definire il senso// ammutolisce;// diventerebbe pianto”» ma non solo, la poetica di Coccia sfiora anche il presente, soprattutto in Manca qualcosa adesso, dove il poeta scrive «Manca qualcosa a questo adesso// manca qualcosa che non so vedere// ma l’assaporo come si assapora la sconfitta// se non puoi vincere senza vincere te stesso» quasi a voler mostrare un’assenza e una “disperata” ricerca di qualcosa che non ha. Ovviamente questo è solo un assaggio delle trentuno poesie. Coccia, come giustamente lo presenta Balsamiello, è un poeta che ha appreso molto da altri artisti e poi ha saputo creare una sua lingua e una sua cifra stilistica facendone dell’arte. «Arte non come ciò che è ma ciò che sembra, che ci sembra, l’effetto che ha su di noi. Arte come “discorso serio”, in cui serietà è attitudine al vero, insoddisfazione per la tanta voglia di migliorare, rispetto per chi la riceverà».

In un linguaggio semplice Coccia presenta i sentimenti che fanno vibrare l’animo dell’uomo e lo accompagnano in quello stato di benessere che è la felicità. Una breve raccolta che racchiude queste sensazioni in una metrica sciolta da tradizione letteraria, che spazia nel ritmo poetico di cui l’autore è maestro. Un libro che accompagna il lettore in una contemplazione e meditazione sul tempo, sui ricordi, sull’amore e sugli affetti, in una poesia che è musica di parole.

 

Maria Grazia Franzè

 

(www.bottegascriptamanent, anno VI, n. 58, giugno 2012)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
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