Homepage - Accesskey: alt+h invio
Editore: Bottega editoriale Srl
Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.

Privacy Policy

Direttore responsabile: Fulvio Mazza
Direttore editoriale: Giovanna Russo
Anno VI, n. 58, giugno 2012
Sei in: Articolo




Biografie (a cura di Fulvia Scopelliti) . Anno VI, n. 58, giugno 2012

Zoom immagine Un intenso saggio
rivela nuovi aspetti
di Carlo Levi

di Marilena Di Terlizzi
Da Scrittura & Scritture: la Lucania
nei ricordi, nell’opera dell’intellettuale


Risale al 2008 una delle ultime opere di Vito Angelo Colangelo, autore che già da tempo dirige il suo interesse su Carlo Levi, uno dei più importanti e controversi intellettuali del Novecento. Sulle tracce di un’interessante raccolta di fonti archivistiche l’autore ripercorre, nel saggio Cronistoria di un confino. L’esilio in Lucania di Carlo Levi attraverso i documenti (Scrittura & Scritture, pp. 136, € 12,00), gli anni della segregazione lucana dello scrittore, dal 3 agosto 1935 al 26 maggio 1936. Medico di professione ma poeta, artista e letterato per vocazione; torinese per nascita e lucano di adozione, Levi è raccontato tra le righe incalzanti di Colangelo nell’intento di gettare nuova luce sulle reazioni e polemiche sollevate dalla pubblicazione del noto romanzo Cristo si è fermato ad Eboli. Questo saggio è un contributo necessario e autorevole per la comprensione delle vicende accadute durante il confino a opera del governo fascista e qualifica Colangelo tra i più stimati ricercatori della storia lucana e meridionale.

 

Gli anni della formazione e del confino

La prima parte del saggio è dedicata alla ricostruzione delle vicende politiche, culturali e personali di Carlo Levi che, a partire dagli anni della formazione fino alla testimonianza della sua eredità negli anni del Secondo dopoguerra, descrive il percorso dell’intellettuale torinese. «I suoi atti concreti – afferma Colangelo – sono ispirati ad una filosofia di vita e di pensiero, ad un modo di intendere l’impegno politico che non sono estranee all’esperienza del confino». Dai tempi della frequenza del Liceo “Alfieri” di Torino all’incontro con Pietro Gobetti e Felice Casorati, l’epistolario di Levi rivela la straordinaria personalità e l’attrazione magnetica dell’intellettuale definito «socraticamente vero». Negli anni Venti, Levi, definisce la sua personalità politica e letteraria, attraverso l’amicizia con Nello Rosselli e la collaborazione con Leone Ginzburg al movimento di Giustizia e Libertà, «nessuna esitazione a prendere una posizione netta e decisa contro il regime fascista sulla scorta dell’esempio di persone che godevano di un forte ascendente per la loro autorevolezza culturale e morale». La prima detenzione, di circa due mesi nelle Carceri “nuove” di Torino nel 1934, non impedisce a Levi di lavorare alla scelta dei quadri per la Biennale di Venezia e di intensificare, dopo il rilascio, la collaborazione con la rivista La Cultura di Luigi Einaudi. E poi l’incontro con la Lucania: è il 3 agosto 1935 quando Carlo Levi giunge a Grassano dove s’imbatte «in un mondo sconosciuto e immagina di dover affrontare un futuro dalle prospettive quanto mai incerte e precarie». Le lettere di Levi alla madre Annetta e alla sorella Luisa rivelano, tuttavia, una capacità reattiva e un positivo spirito di adattamento. Gli incontri con Vitia Gourevitch, la belle rousse, e le visite sentimentali di Paola Levi Olivetti causano a Carlo Levi un secondo trasferimento, disposto dal Ministero dell’Interno, ad Aliano, «un luogo più desolante della stessa Grassano e sembra essere immerso in una noia mortale». Da qui nascono le più belle pagine del romanzo Cristo si è fermato a Eboli a cui lo scrittore torinese non deve solo la sua popolarità, ma anche i dipinti dei paesaggi, delle nature morte e dei ritratti che servirono a restituire un senso alle interminabili giornate dell’esilio alianese (utilizziamo il termine adoperato dall’autore anche se, in effetti, si trattava di un confino e non di un esilio) in un’altalenante moto di fiduciosa aspettativa e momenti di scoraggiamento e di noia. Dopo il 5 maggio 1936 Mussolini, proclamato l’Impero d’Italia con la conquista dell’Etiopia, dispone la liberazione di molti confinati. Tra di essi c’è Carlo Levi.

 

L’eredità del confino

Dall’incontro con la gente di Lucania e in particolare con i contadini, Carlo Levi, come afferma Colangelo, ha ricevuto la lezione su cui si basa la sua poetica, quella scoperta di un mondo immobile, «metafora della innocenza originaria», una civiltà immersa nel flusso della storia, ma un’altra civiltà, «diversa ma non inferiore». La curiosità e la discrezione con cui si accosta al mondo contadino gli consentono di coglierne i caratteri più autentici, e diventandone in breve tempo parte integrante attraverso le cure mediche offerte nelle case dei contadini e la stesura di un programma di profilassi contro la malaria. L’esperienza umana accumulata filtra tra le righe dell’epistolario e Anna Levi Olivetti, il 2 gennaio 1936, scrive : «Vedo che hai uno straordinario potere magico per affezionarti ai paesi dove vivi e te lo invidio molto». Tutta la scrittura letteraria degli anni Cinquanta, resoconti di viaggi, reportage, Le parole sono pietre del 1955, La doppia notte dei tigli e altro, conclude Vito Angelo Colangelo, costituì il naturale proseguimento dell’esperienza del confino e permise a Levi di continuare a mantenere vivo l’interesse sul Mezzogiorno, con un impegno politico forte e coerente, fino a menzionare la fondazione nel 1967, da senatore della Repubblica italiana, della Filef (Federazione italiana lavoratori emigrati e famiglie) e della proposta di legge per una inchiesta parlamentare sull’emigrazione forzata e di massa delle popolazioni meridionali verso le città del Nord. Nelle esperienze di Carlo Levi la Lucania è assunta a «simbolo di una civiltà archetipica che aspira a riconoscere e a esaltare i diritti e la dignità di tutti gli uomini»; rappresenta la lotta di tutti i Sud del mondo in nome dell’affermazione dei diritti universali e dell’emancipazione sociale degli svantaggiati. Una lotta in nome della libertà legata a quei pochi mesi di confino che hanno segnato nel profondo l’illustre ospite fino alla consumazione della sua azione politica ed artistica.

 

L’Appendice documentaria e le tavole fuori testo

Arricchiscono l’accurata trattazione storica, i documenti relativi al periodo del confinamento di Carlo Levi. Si tratta di 52 testi costituiti da manoscritti autografi, fogli di trasmissione, lettere riservate e informative, comunicazioni della Regia Prefettura di Matera, relazioni e altre testimonianze. I documenti sono stati pubblicati su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività culturali; gli altri documenti citati nelle note del testo sono conservati all’Archivio di stato di Matera e all’Archivio centrale dello stato, organi che ne hanno concesso la pubblicazione. Le tavole fuori testo constano di 11 fotografie di gruppi di persone, bambini, ritratti di cittadini e di scorci paesani di Aliano nel periodo del confino. Volti, storie, sentimenti di quella «umanità condannata ad una esistenza senza peccato e senza redenzione».

 

Marilena Di Terlizzi

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 58, giugno 2012)

Redazione:
Sonia Miceli, Lidia Palmieri, Pamela Quintieri, Alessandro Randone
Collaboratori di redazione:
Giulia Adamo, Maria Elisa Albanese, Simona Antonelli, Claudia Barbarino, Valentina Burchianti, Maria Assunta Carlucci, Alberto Cazzoli, Guglielmo Colombero, Simona Comi, Patrizio D'Amico, Veronica Di Gregorio Zitella, Maria Rosaria Ferrara, Elisabetta Feruglio, Vilma Formigoni, Federica Franco, Barbara Gimigliano, Mariacristiana Guglielmelli, Giuseppe Licandro, Jacqueline Maggio, Stefania Marchitelli, Paola Mazza, Maria Chiara Mazzillo, Annalina Mesina, Sonia Miceli, Francesca Miletta, Elena Montemaggi, Sara Moretti, Lara Parisella, Giuseppina Pascuzzo, Giusy Patera, Serena Poppi, Mariastella Rango, Francesca Rinaldi, Alessia Rocco, Luciana Rossi, Maria Saporito, Annalisa Scifo, Roberta Tiberia, Laura Tullio, Andrea Vulpitta, Carmine Zaccaro
Curatori di rubrica:
Francesco Mattia Arcuri, Giulia De Concilio, Maria Grazia Franzè, Angela Galloro, Francesca Ielpo, Mària Ivano, Rosina Madotta, Manuela Mancuso, Ilenia Marrapodi, Pamela Quintieri, Cecilia Rutigliano, Fulvia Scopelliti, Alba Terranova
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT