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Anno II, n° 5 - Gennaio 2008
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Filosofia e religioni (a cura di Angela Potente) . Anno II, n° 5 - Gennaio 2008

Zoom immagine L’universo spirituale
dei grandi, una voce
cresciuta nel passato

di Alessandro Crupi
Psicoanalisi e introspezione sul sentiero
della fede. Edito dalle Edizioni Magi


Un lungo viaggio nel nostro passato interiore per riacquistare una coscienza spirituale più consapevole e matura in età adulta. Questo il percorso che Nicole Fabre propone a chi si appresta a tuffarsi nelle pagine del suo Dio, per i bambini chi è? (Edizioni Magi, pp. 108, € 10,00). Dodici capitoli in cui l’autrice, psicoanalista, descrive altrettanti e diversi punti di vista sul rapporto tra le persone (in maggioranza bambini) e Dio maturati nel corso delle sue sedute.

Non si tratta, dunque, di un romanzo ma di un’esposizione dettagliata di profonde riflessioni elaborate sulla base di esperienze professionali “sul campo”. L’analisi introspettiva è il tema centrale dell’opera che, tuttavia, viene qui affrontata in maniera diversa dal solito in quanto chiama in causa la psicologia infantile legandola indissolubilmente all’interiorità degli adulti come chiave interpretativa e fondamento della stessa. L’autrice non è nuova a questa caratterizzazione dell’universo dei bambini. Una “deformazione professionale” derivante dall’esperienza di psicoanalista e psicoterapeuta dell’infanzia che vive quotidianamente e che l’ha già spinta, in passato, a pubblicare altri volumi nel medesimo settore come I discorsi dei grandi nelle orecchie dei bambini (1998), e, in tempi più recenti, Questi bambini che ci provocano (2001) e Allo specchio dei sogni (2002). In particolare, la ricerca del filo conduttore tra le diverse fasi della crescita umana è una costante degli scritti della Fabre. Una tendenza che spinge il lettore a riflettere investigando il suo ego interiore che, nel caso di Dio, per i bambini chi è? si tramuta, anche, in un’analisi della spiritualità per ciascuno di noi.

 

Un libro per tre finalità

Con questa pubblicazione l’autrice si pone tre obiettivi, apparentemente indipendenti ma inevitabilmente legati alla sfera spirituale pur conservando, ognuno di essi, la propria autonomia. Alla rivisitazione dell’immagine di Dio in età giovanissima per esplorare le fondamenta della nostra religiosità e riproporla, più in là negli anni, su di un piano più definito, si agganciano la comprensione delle molteplici sfaccettature che caratterizzano l’evoluzione del pensiero spirituale del bambino nella fase di crescita e un sottile, quasi nascosto ma chiaro, incoraggiamento a proiettare la mente di ciascuno di noi su un livello, quello appunto della riflessione spirituale e religiosa, che trascende la realtà puramente sensibile. Per l’autrice, quest’ultimo aspetto si alimenta in maniera diversa da persona a persona e dipende dalle esperienze individuali non rispettando necessariamente canoni ben determinati. E la sfera spirituale, molto spesso, per crescere dalla dimensione sorta in età infantile, ha bisogno di sfuggire dal quadro religioso in cui si è inizialmente inserita, affrontare l’impatto con la vita quotidiana e riproporsi, arricchita e mutata dal vissuto e dai cambiamenti che il naturale sviluppo dell’essere umano impone, in una forma dai contorni più definiti e chiari. Calza a pennello, a tal proposito, il riferimento dell’autrice, nel prologo, alla riduzione del numero di praticanti cattolici nelle chiese cristiane. Nell’idea della Fabre, infatti, la semplice ed intuitiva deduzione generale dei giorni nostri “meno gente nei luoghi sacri uguale secolarizzazione” non necessariamente risponde al vero. Anzi, ciò significa, spesso, che l’individuo sente il bisogno di estraniarsi da uno schema fisso per cambiare approccio con la sua sete di spiritualità in base a come “gioca” la propria vita ma non che la stessa fiamma spirituale venga meno. Ed è, questo, un concetto-chiave dell’intera opera che l’autrice mette spesso in evidenza durante il racconto delle sue sedute di analisi con bambini ed adulti. In quest’ottica, inoltre, la contemplazione spirituale accresce la consapevolezza della fede ma richiede alcuni passaggi mentali non facili, ostacoli del pensiero che fanno vivere alti e bassi ma che, una volta superati, consentono di cogliere l’essenza stessa della fede, baluardo sempre vivo in ogni circostanza di vita e che funge da potere rigeneratore e rasserenante.

 

Dio, per i bambini chi è? E per gli adulti?

La mutevolezza del rapporto con la divinità è posta in sequenza all’attenzione del lettore nei vari capitoli presentando immagini e percorsi spirituali differenti. Si passa, così, dall’accostamento di Sebastiano tra Dio e un Sole mutevole a seconda dell’umore che le situazioni della vita tracciano, prima imbronciato per il difficile passato, ora sorridente per un futuro pieno di rinnovata speranza e apertura verso le porte della felicità, poi, ancora, “cattivo” tramite la ragazza oppressa dalle delusioni della vita, al Dio buono raffigurato da Anna. Accostamento, questo, particolarmente interessante con, da una parte, la presenza di un Dio amorevole, maestro del perdono e che, sull’esempio del suo emissario sulla terra (Gesù Cristo), ci fa quasi sentire in obbligo ad amare tanto i nostri simili pur se ciò risulta, spesso, difficilissimo per la fragilità congenita del genere umano e un Dio giudice, castigatore che fa scontare all’uomo tutte le colpe di cui si è macchiato. Emergono, anche, altri aspetti, concetti eterni e comuni agli interrogativi dell’uomo di tutte le epoche come la posizione di Dio tra il bene e il male. La sofferenza e i dolori nella vita non mancano e allora, si chiede Giacomo, «dal momento che Dio è l’Onnipotente perché non interviene per liberarcene?». E ancora: «Come, gli uomini, possono sentir parlare di un Dio che sarebbe così buono, così rispettoso di loro stessi da non venire in loro aiuto?». Un problema, questo, dalla complessità talmente profonda da far dibattere teologi e filosofi di tutti i tempi. Sulla stessa lunghezza d’onda si collocano i capitoli V, VI e XI, i quali ripropongono al lettore altri due blocchi di pensiero che hanno segnato, segnano e segneranno tutte le epoche della storia dell’umanità. Si tratta, innanzitutto, del concetto espresso dalla Fabre con una frase significativa, «Il deserto delle parole», che stigmatizza, così, l’impossibilità della nostra mente di comprendere l’Assoluto e, quindi, Dio non solo in maniera piena ma anche in senso concreto, fisico.

La presenza di Dio, infatti, si avverte, ma essendo incorporea, non è afferrabile dalla realtà sensibile umana, suscitando leggeri ma intensi dubbi nonostante le sicurezze dei cristiani e della Chiesa sulla sua esistenza. Solo con le parole, le preghiere e l’immaginazione ma anche con un possente silenzio che suggerisce riflessione possiamo costruirci quest’idea senza, tuttavia, riuscire mai a sentirla totalmente nostra. L’altro grande tema sottoforma di intensa problematica di cui la Fabre si fa portatrice è l’esistenza o meno di Dio. Anche qui non si contano i fiumi di parole e lo spremersi delle meningi umane. In questa occasione, il dilemma viene affrontato attraverso i ricordi della stessa autrice riferiti tanto alla sua professione di analista quanto alla memoria di un passato ormai lontano ma sempre vivo. Nel capitolo si avvicendano, in successione, posizioni diverse influenzate, come di consueto, dagli ambienti di crescita dei protagonisti e si mescolano “idee confusionarie” e non sempre coerenti su questa tematica dettate anche da una società piuttosto eterogenea che tende ad erodere fondamenta un tempo solide. Diviene, tuttavia, fondamentale per l’autrice la scelta. Credere o non credere per comodità ha poco significato rispetto a quanto ne abbia, invece, comprendere quale di queste due posizioni possa dare un senso alla nostra vita. A sostegno di tale idea interviene quanto espresso nel capitolo VII dove Dio assume l’aspetto del Golem che cambia assumendo la forma di un oggetto diverso che ci “occorre” a seconda delle nostre, mutevoli, esigenze. L’autrice, qui, riferendosi proprio a quelli che potremmo definire “pezzi di creato” (l’acqua, l’argilla, i fiori) arriva a stabilire che senza questi elementi primari non esisterebbe niente e nessuno, Golem compreso, in quanto le materie prime che il creato fornisce sono alla base di qualsiasi oggetto. Si ripropone, quindi, il tema dell’entità superiore creatrice in mancanza della quale nulla è possibile. È il senso della vita di cui dicevamo.

 

La formula della ricerca spirituale per capire e capirsi

Il percorso intrapreso dall’autrice con Dio, per i bambini chi è? è indirizzato interamente ad un esame profondo della nostra interiorità che, nonostante i normali e fisiologici cambiamenti che ci caratterizzano durante l’esistenza, custodisce dentro di noi reflussi d’infanzia in termini di ricordi e modi di pensare che, grazie alla psicoanalisi, vengono a galla nel mare della nostra quotidianità. Quel «bambino che siamo stati» non è un’immagine sepolta ma una realtà che, seppur sbiadita dal tempo e fondamentalmente infantile, alberga nel nostro essere e va ripresa poiché, analizzata e rivisitata in base al nostro sviluppo e alle esperienze di vita, ci consente di ricostruire un’idea più matura di Dio alla quale noi aspiriamo, diversa da quella che avevamo da piccoli senza la quale, tuttavia, non potremmo sviluppare.

Omettendo questa analisi interiore, rischieremmo, infatti, di restare ancorati, anche da adulti, alla nostra concezione ingenua di Dio. E intraprendere un percorso approfondito di analisi ci permette di approdare verso livelli di pensiero finora inesplorati che rappresentano la nostra maturità mentale e che implica la modifica e la sparizione di alcuni punti fermi del passato. Quanto detto non risparmia l’autrice che, anzi, come le pagine del libro fanno intuire, è pienamente coinvolta in questo ineluttabile processo di revisione spirituale che la conduce a riprendere le corde del suo passato ponendosi una serie di interrogativi su ciò che è stato, è e sarà.                

 

Alessandro Crupi

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 5, gennaio 2008)

Redazione:
Mariangela Monaco
Collaboratori di redazione:
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Curatori di rubrica:
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Autori:
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