Homepage - Accesskey: alt+h invio
Editore: Bottega editoriale Srl
Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.

Privacy Policy

Direttore responsabile: Fulvio Mazza
Direttore editoriale: Giovanna Russo
Anno VI, n. 57, maggio 2012
Sei in: Articolo




Biografie (a cura di Fulvia Scopelliti) . Anno VI, n. 57, maggio 2012

Zoom immagine L’interesse inglese
verso la creazione
dell’Unità d’Italia

di Valentina Burchianti
Rubbettino approfondisce gli aspetti
meno noti del Risorgimento italiano


È con una scrupolosa e accurata attenzione per le fonti e i documenti ufficiali che Pietro Pastorelli – noto professore di Storia delle Relazioni internazionali all’Università di Roma “La Sapienza” e presidente della Commissione del Ministero degli Esteri per la pubblicazione dei documenti diplomatici italiani – affronta un periodo molto importante per la storia del nostro paese: il Risorgimento, periodo che segna di fatto la nascita stessa della storia dell’Italia in quanto stato nazionale, finalmente unito sia geograficamente che politicamente.

Nell’anno in cui si è celebrato, con l’italianissimo impiego (spesso sfociato in spreco) di polemiche, il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, 17 marzo 1861 L’Inghilterra e l’unità d’Italia (Rubbettino editore, pp. 170, € 14,00) riporta, con la sobrietà e l’obiettività che caratterizzano il lavoro certosino dello storico innamorato dei fatti – soprattutto di quelli più nascosti e meno evidenti – gli avvenimenti relativi a quel periodo così denso e vivo, analizzando in particolar modo il ruolo svolto dall’Inghilterra nella realizzazione dell’unità nazionale italiana nel frangente tra il gennaio 1860 e il marzo 1861.

 

Un’attenta analisi delle carte

Il dettagliato e documentato lavoro di Pastorelli si concentra difatti su un particolare della vicenda risorgimentale sul quale, in linea di massima, i libri di storia in adozione nelle scuole si intrattengono solo marginalmente, mettendo soprattutto in risalto le idee, le strategie politiche e l’azione degli artefici italiani dell’impresa e lasciando l’argomento agli “addetti ai lavori” e agli specialisti. Il nostro autore invece punta a portare allo scoperto – con dovizia di particolari e riportando per esteso intere conversazioni e carteggi tra i protagonisti politici di queste vicende (da Cavour a Massimo d’Azeglio, l’imperatore francese Napoleone III, dal re d’Italia Vittorio Emanuele II a Garibaldi) – uno spaccato decisamente particolare di quel momento storico per fornire al lettore un punto di vista inedito su quegli importanti avvenimenti. Nello specifico, difatti, l’analisi di Pastorelli prende le mosse dal ritrovamento del documento originale – reperito dall’autore stesso, e precedentemente non studiato o preso in considerazione, in un archivio del Ministero degli Esteri – che riporta la lettera scritta dal conte di Cavour al marchese d’Azeglio, ambasciatore del Regno di Sardegna a Londra, nella quale si chiede al governo inglese il riconoscimento del Regno d’Italia.

Dal vaglio dei dispacci, dei carteggi e delle numerose fonti che Pastorelli prende in esame e riferisce scrupolosamente in lingua originale (aspetto questo che potrebbe in alcuni momenti rendere un po’ più faticosa la lettura), emerge con chiarezza, anche per il lettore più profano, il determinante ruolo svolto dall’Inghilterra nel processo di unificazione dell’Italia e il suo vitale contributo al fine della riuscita dell’impresa.

 

L’influenza dell’Inghilterra

Le motivazioni dell’interesse inglese nei confronti della causa italiana investono sia l’ambito puramente strategico-politico, sia gli ideali repubblicani e anticlericali che si incarnano nella figura di Garibaldi. Viene così alla luce, grazie al testo di Pastorelli, il motivo reale per cui l’Eroe dei Due Mondi scelse Marsala e non Sciacca (come era stato in un primo istante ipotizzato) come approdo per la sua spedizione dei Mille, e cioè la forte presenza commerciale inglese nella città siciliana produttrice dell’omonimo vino, che permise al protagonista risorgimentale uno sbarco senza scontri con la flotta borbonica. La protezione fornita all’impresa dall’Inghilterra non vanta, ovviamente, solo motivazioni ideologiche ma rispecchia principalmente precisi e molto concreti interessi del governo di Sua Maestà nell’ambito geopolitico europeo in funzione antifrancese e antiaustriaca.

L’Inghilterra favorì, dunque, la nascita di una nuova entità nazionale, quella italiana appunto, per imporre una battuta d’arresto all’espansione e all’ingerenza francese negli affari italiani (la Francia aveva ottenuto infatti nel 1859 l’annessione della Savoia e di Nizza) e per contrastare l’influenza austriaca sullo Stato pontificio.

Seguendo nel dettaglio queste vicende il lettore si accorge di quanto in realtà la storia sia composta da una moltitudine e varietà di fattori che tra loro si intersecano dando vita agli eventi e ai personaggi che la popolano, ma soprattutto percepisce chiaramente come per decretare il successo o la sconfitta di un’ideale, di una rivoluzione, e più in generale di un avvenimento, intervengano fattori, elementi ed interessi apparentemente esterni ed estranei al fatto stesso. Perciò, Pastorelli ci insegna come il vaglio attento e incessante dei documenti sia una continua e sempre rinnovabile fonte di conoscenza e di spunti di riflessione.

Testo adatto, dunque, a chi ama l’approfondimento, ma non riservato solo ed esclusivamente ad una lettura “tecnica”, in quanto il contributo della visione diretta delle fonti sottolinea, come dice testualmente l’autore, «il loro valore di strumenti che aiutano a conoscere eventi, circostanze e persone, e a comprendere moventi e fini di quanto accadde in tempi più o meno lontani».

 

Valentina Burchianti

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 57, maggio 2012)

Redazione:
Sonia Miceli, Lidia Palmieri, Pamela Quintieri, Alessandro Randone
Collaboratori di redazione:
Giulia Adamo, Maria Elisa Albanese, Mirko Altimari, Simona Antonelli, Claudia Barbarino, Valentina Burchianti, Maria Assunta Carlucci, Camilla Manuela Caruso, Alberto Cazzoli, Guglielmo Colombero, Simona Comi, Patrizio D'Amico, Veronica Di Gregorio Zitella, Maria Rosaria Ferrara, Elisabetta Feruglio, Vilma Formigoni, Federica Franco, Barbara Gimigliano, Giuseppe Licandro, Jacqueline Maggio, Stefania Marchitelli, Paola Mazza, Maria Chiara Mazzillo, Sonia Miceli, Francesca Miletta, Elena Montemaggi, Sara Moretti, Lara Parisella, Giuseppina Pascuzzo, Anna Picci, Serena Poppi, Mariastella Rango, Francesca Rinaldi, Alessia Rocco, Luciana Rossi, Maria Saporito, Annalisa Scifo, Roberta Tiberia, Laura Tullio, Andrea Vulpitta, Carmine Zaccaro
Curatori di rubrica:
Francesco Mattia Arcuri, Giulia De Concilio, Maria Grazia Franzè, Angela Galloro, Francesca Ielpo, Mària Ivano, Antonella Loffredo, Rosina Madotta, Manuela Mancuso, Pamela Quintieri, Cecilia Rutigliano, Fulvia Scopelliti, Alba Terranova
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT