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Anno VI, n. 56, aprile 2012
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Comunicazione e Sociologia (a cura di Antonella Loffredo) . Anno VI, n. 56, aprile 2012

Zoom immagine L’equazione
degli I.C.S.

di Vilma Formigoni
Per Città del sole,
un manuale ci svela
la forza dei single


Sull’orizzonte contemporaneo si è profilata da qualche tempo una nuova figura della quale si occupano economisti, sociologi e psicologi. Chi è? È il “single”. Un tempo era etichettato come “scapolo” o “zitella”, ed era vittima ora di commiserazione ora di sarcasmo.

Si sa che la lingua si evolve. Di pari passo mutano, usi, costumi e mentalità, così che lo scapolo o la zitella dei vecchi tempi, protagonisti di un destino tutto sommato privo di scosse e di eventi clamorosi, talora deciso da altri, diventano ora single, persone alle quali la vita offre tante opportunità.

Come riuscirà il nuovo single a districarsi nei meandri di una quotidianità complessa e spesso condizionata da modi di pensare che sembrano resistere ai cambiamenti? A questa domanda rispondono l’esperienza personale e la sottile ironia del manuale di Alessandro Carvaruso, che ci accompagna in una lettura gradevole, affatto superficiale: Ero single… ora sono I.C.S. Manuale del “nuovo” single (Città del sole edizioni, pp. 152, € 12,00).

 

Sorridenti formule matematiche

Nell’accezione più accreditata, il single è per antonomasia colui che «è non accoppiato»; per il nostro autore, invece, egli è «Individuo non antitesi con la coppia, Indipendente, sempre Straordinario e soprattutto, già Completo.

Quindi ricapitolando:

individuo Indipendente – già Completo – sempre Straordinario = I.C.S.

che si può anche scrivere “X”.

La “X” in matematica è il simbolo che rappresenta una convenzione qualsiasi, per cui significa… quello che voglio! I.C.S., siamo tutti degli I.C.S.!».

Dopo una breve «storiografia del single», nella quale fa capolino la cosiddetta rivoluzione femminile per effetto della quale appare «uno stuolo incredibile di donne single», secondo l’autore compare un gran numero di maschi per scelta, o per evento della sorte, felici del nuovo status, con il risultato di creare una discreta confusione.

A questo punto, la formazione filosofica dell’autore fa capolino, nel senso che il problema del single non è più quello dell’esistere, ma quello dell’accettarsi senza soccombere di fronte ad una mentalità che continua, nonostante tutto, a ragionare «in coppia». Occorre quindi un cambiamento radicale. Quell’I.C.S. uguale a X non è pertanto solo una formula matematica, ma la ricerca del miglioramento totale, ribattezzato «riprogrammazione Mttm », che non dà risposte al “chi sei”, ma fornisce gli strumenti adatti comprensione.

Al di là dell’ironia di partenza, il linguaggio si fa serio, ma non noioso: aiutano i racconti delle esperienze personali, i tre matrimoni, i figli, le amicizie e i viaggi. La ricerca del completamento della coppia, dell’uscita dallo stato di “single” per diventare “accoppiato”, può realizzarsi, spiega l’autore, come un sistema di «autodifesa inconscio». Infatti, anche se le esperienze di coppia sono state fallimentari, c’è sempre per il “single in cerca”, la necessità di approdi e di protezioni in un ambiente «comunque conosciuto e gestibile, creando il paradosso per cui nell’infelicità almeno trovo sempre tutte le mie cose e ormai sto comodo».

Il percorso per passare da single a Individuo Completo sempre Straordinario è delineato da fasi ben precise e analizzate con spiritoso disincanto, arricchito non solo dalle considerazioni sul vissuto dell’autore, ma anche dal racconto dell’amica Marina.

In primo luogo è importante realizzare la coscienza di se stessi prendendo le distanze dall’inganno sociale che vuole che il single sia sempre alla ricerca dell’altra metà della mela. Occorre infatti pensare a se stessi come individui che esistono in sé e che, anche insieme ad un altro o altra “X” mantengono comunque la loro individualità.

Nel capitolo dedicato alla «Single condicio» l’autore affronta ironicamente alcuni stereotipi come quello delle donne sole che sono sempre di corsa, apparentemente soddisfatte della propria indipendenza, che però la sera «si buttano sul divano a piangere!», convinte che sia solo il sesso ad attrarre l’uomo e a legarlo. Non sfugge all’analisi nemmeno l’uomo “X”, individuo che non è poi «così raro», anche se gli «sale un po’ di tristezza» quando si accorge che «non c’è nessuno a criticare perché la cravatta è storta e le scarpe non sono lucide».

La considerazione inevitabile è che i single, uomo o donna che siano, sono sostanzialmente simili e che hanno un gran bisogno di scovare tutti i tratti che ne definiscono la vera identità.

Uno degli errori più frequenti commessi dalle persone è proprio quello di non fermarsi mai ad ascoltare se stessi per l’appartenenza al D.I.O., vale a dire continuare a vivere il senso di Dipendenza, di Incompetenza e di Ordinarietà. La strada per diventare I.C.S. è ancora lunga e difficile.

Anche in questo caso l’autore indica una serie di strategie che egli ha sperimentato di persona e che propone simpaticamente al lettore. Si va dall’analisi delle passioni, alle considerazioni sul ruolo del sesso, alla rivisitazione della casa e dei suoi «luoghi sacri». Formule matematiche concludono questi percorsi, così che se «single = solitudine», la prospettiva da negativa diventa positiva perché l’analisi del sé «X» diventa «identità definita», la sola condizione che consenta il passaggio successivo, quello della ricerca del partner.

Il nostro protagonista è ormai Indipendente, Completo e Straordinario; è inevitabile che desideri conoscere altri X, senza dimenticare che la coppia non completa ma arricchisce.

Egli non vuole insegnare «come si rimorchia, tanto più che non è mai stata una delle [sue] migliori qualità. […] riporta [o] tutto quello però che l’esperienza e le indagini degli ultimi tempi […] hanno suggerito».

L’autore mette in guardia dalle cene combinate, dalle occasioni tipiche dei film americani, alquanto improbabili, dai siti di incontri dove un computer calcola le affinità, suggerisce chi e che cosa dire. Sottolinea il pericolo che viene dalla insidiosa malattia definita «coppite», frequente in chi, dopo unioni fallite, cerca in chiunque incontri un possibile partner. Al potere delle situazioni inaspettate è affidato il compito di favorire gli incontri, soprattutto se le circostanze sono dettate dalla curiosità e dalla voglia di novità.

L’esperienza insegna che anche la discoteca è inutile, mentre grande aspettativa è da attribuire all’aperitivo, sempre che, ovviamente, si sia convinti di incontrare altri X e non i soliti single.

La strategia vincente rimane sempre, e comunque, la convinzione che «ogni piccola novità produce un arricchimento nel nostro essere e ogni nuovo arricchimento apre nuove strade verso la persona che state cercando. Lei o lui sono lì… fate i percorsi giusti!».

Suggerimenti, considerazioni, formule non servirebbero a molto se, alla base, non ci fossero alcuni elementi determinanti: l’interesse per se stessi, l’atteggiamento comunicativo, la capacità di suscitare emozioni.

Partendo dal presupposto che «il più piccolo e apparentemente insignificante aneddoto della vostra giornata» può diventare una storia divertente, si attiva una vena creativa inaspettata, così che il racconto di un episodio apparentemente banale diventa occasione per «suscitare emozioni».  

Proprio a questo punto fa capolino l’esperienza teatrale dell’autore che mette in pratica la tecnica «Ascolta, vedi, percepisci», fondamentale per far sì che «il significato della storia non rimanga sul palcoscenico ma arrivi anche all’ultimo [spettatore] della fila». Ovviamente per raccontare una storia che sia interessante occorre ricorrere alla dimensione “favolistica” che non altera la verità, ma al contrario, si arricchisce di sfumature e, perfino, di commenti sociali. Il tutto sottolineato da una vena ironica che è fondamentale: una persona che susciti il sorriso ha già superato la fase più complessa della comunicazione.

In realtà, scrive l’autore, «la qualità di padroneggiare la tecnica delle “storie” aiuta un individuo ad essere non solo più interessante per gli altri, ma soprattutto per se stesso». Non manca nel manuale una simpatica incursione nel galateo degli incontri, rivisitato da una serie di regole, apparentemente scontate o dimenticate, che però si rivelano vincenti perché un gesto gentile, un commento appropriato e/o inatteso, un aneddoto simpatico e non volgare aprono a prospettive positive, o quanto meno incoraggianti, per consolidare a approfondire la conoscenza reciproca.

 

L’utilità del manuale

Il percorso per diventare I.C.S. non è quindi né facile né immediato, tuttavia questo manuale lascia intravedere per il tono discorsivo, ora serio e ironico, ora teatrale, lo spirito dell’autore che ha voluto sfatare l’associazione dello status di “single” a quello di “solitudine”. L’opera è certamente utile a chi desideri “rimettersi in gioco” e a chi sia curioso di conoscere che cosa si nasconda dietro la formula «X = I.C.S.», tuttavia, come scrive Alessandro Carvaruso, «durante questo lavoro mi sono veramente appassionato, divertito […]; ho dovuto riflettere su esperienze […], ho parlato con un sacco di gente e riso tantissimo». In ogni caso è fondamentale pensare che «Essere un X non deve più significare essere qualcuno non in coppia, ma semplicemente essere qualcuno, ricordandosi che anche una coppia è formata da due X, quindi una coppia è X + X, non qualcosa di completamente diverso a questo».

Finalmente, quindi, un manuale che della classica denominazione ha perduto lo stile monotono e noioso per accompagnare il lettore con ironia, spirito critico e acute osservazioni, nel viaggio di un single verso la scoperta di se stesso e delle sue infinite potenzialità.

 

Vilma Formigoni

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 56, aprile 2012)

Redazione:
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