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Anno VI, n. 56, aprile 2012
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Home Page (a cura di Cecilia Rutigliano) . Anno VI, n. 56, aprile 2012

Zoom immagine Un reale cambiamento scandito
dai tempi naturali delle emozioni

di Manuela Mancuso
Una donna sogna di ricostruire la stabilità perduta. Da Città del sole
una recente pubblicazione, una storia semplice che appassiona


Daniela Orlando, una vita vissuta a cavallo tra le due città che si affacciano sullo Stretto, Reggio Calabria e Messina. Il suo lavoro di docente di Formazione in Psicologia sociale e Pubbliche relazioni, incentrato sulle dinamiche della comunicazione, viene conciliato, da sempre, con quello di scrittrice. La passione della Orlando per la narrativa si concretizza nel 2009 con la pubblicazione del suo romanzo d’esordio, L’età imperfetta (pubblicato da Città del sole edizioni), accolto con favore e ristampato più volte. Il punto di vista della realtà femminile è ciò che le sta maggiormente a cuore ed è anche quello che le viene estremamente facile raccontare, insieme ai sentimenti, sviscerati e sinceri. Recentissima l’uscita del suo secondo romanzo, La luna nel mezzo (Città del sole edizioni, pp. 206, € 12,00) in cui, ancora una volta, il ruolo da protagonista è assegnato ad una donna. Una storia semplice e attuale, che punta dritto al cuore grazie ad una narrazione intima che ricorda quella di un diario personale.

 

I pensieri e i sentimenti di Eleonora

Il libro è focalizzato sul personaggio di Eleonora, una donna fiera, introspettiva, intelligente, alla ricerca di se stessa in seguito ad un periodo particolarmente difficile; cerca di ricomporre i pezzi di un puzzle, di un equilibrio che senza alcun preavviso si è rotto. In poco tempo Eleonora si trova ad affrontare l’esperienza di un aborto, si separa dal marito e perde il lavoro. La scelta di rompere il legame matrimoniale, un cambiamento consapevole, lucido e ponderato, si mescola e si fonde a stravolgimenti invece inaspettati e subiti. In che modo affrontare la perdita e la crisi? A riempire le pagine sono, soprattutto, i pensieri e i sentimenti di una donna che elabora continuamente il passaggio da una quotidianità tranquilla e soddisfacente che le faceva pensare - in riferimento alla sua vita di coppia, emotiva e lavorativa - con fermezza: «Ci sentiamo indistruttibili, e forse lo siamo davvero», a un momento in cui progettualità, stabilità e serenità sembrano essersi allontanate per sempre.

Eleonora soffre, si pone dei dubbi ma non cerca di negare niente a se stessa, né si prende in giro, affrontando quello che c’è da affrontare: «Impossibile tornare indietro». Si ascolta, si descrive, si guarda allo specchio in modo sincero e, talvolta, la sua verità è lucidamente “spietata”: «Ho pensato che la sofferenza deve essere una specie di corollario dell’amore, quindi pretendere di amare senza stare male è impossibile. Forse si può sperare di amare anche per mettere a tacere il fragore di un vuoto interiore in cui non ci si sente né vivi né morti, semmai storditi e disorientati. Ma quando finalmente torna il silenzio, raccogliere i cocci senza ferirsi può essere difficile. Perché si è già lontani, ma ancora se ne sente solo qualche inquieta avvisaglia, come il malumore di un cattivo pensiero». La consapevolezza di tanti progetti falliti la svuota, le porta dolore e notti insonni.

 

Una nuova quotidianità

Una donna d’improvviso sola con se stessa e con una quotidianità tutta da riorganizzare. Eleonora vive la sensazione di estrema libertà ma anche il successivo senso di solitudine; il peso dei ricordi e delle ferite da metabolizzare in una casa che, con l’assenza del marito, è di nuovo tutta sua e la fa al contempo sentire sollevata ma in colpa: «il soggiorno senza le sue cose sparse è un rimprovero muto». La preoccupazione per la disoccupazione e l’orgoglio ferito nel ricevere l’assegno di mantenimento si intrecciano al bisogno di rassicurazione che cerca di scandire con precisione le giornate risultando, però, goffa nei suoi sforzi: «Programmare la giornata, questo è importante; la divido in quarti d’ora, spezzetto e dilato le incombenze più semplici e, nel frattempo, mi auguro di non essere interrotta da niente e da nessuno».

Poi la fuga da tutto, anche dal caos urbano che sente asfissiante, per trovare pace e un po’ di tranquillità. Si apre, così, per Eleonora un mondo quasi parallelo in cui intesse nuove relazioni che la spingono ad aprirsi, che l’aiutano, poco a poco, a trovare il senso profondo di un cambiamento già in atto, dettato e scandito dalle sue emozioni. Un luogo in cui riesce a godere di una familiarità che la scalda, che l’attira e in cui impara di nuovo a sentirsi bene: «Ho trascorso quei giorni lasciandomi viziare, come se dovessi riprendermi da una grave malattia, o da un lutto».

 

Tempi necessari per metabolizzare

«Sei nel momento più critico, Eleonora, puoi decidere se andare avanti o fermarti a metà. Una parte del tuo puzzle è terminata, ma il resto è ancora da mettere insieme…».

La luna nel mezzo, con una narrazione che non scade mai in patetismi o in facili risoluzioni degli accadimenti interiori, racconta dunque di un miglioramento, del rinnovamento, che è fatto di attese, risoluzioni improvvise, prese di coscienza e nuove scelte. Il testo riflette davvero in modo sincero i sentimenti e i pensieri di chi, in un momento particolare della propria vita, si perde per poi ritrovarsi, ma che lo fa nei tempi necessari, mai forzati e naturali. Sottile, forse, la polemica che si legge nel testo nei confronti dei “professionisti dell’anima”: talvolta le relazioni sincere valgono e sono efficaci più di mille psicoterapie.

 

Manuela Mancuso

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 56, aprile 2012)

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