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Anno VI, n. 54, febbraio 2012
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Biografie (a cura di Fulvia Scopelliti) . Anno VI, n. 54, febbraio 2012

Zoom immagine La Storia di una terra
riaffiora dagli scavi e
dalle tombe antiche
custodi del passato

di Pamela Quintieri
Edito da Città del sole un viaggio
alla scoperta delle preziose opere
in un cimitero storico cittadino


«Il sole può tramontare e poi risorgere; noi, invece, una volta che il nostro breve giorno si spegne, abbiamo davanti il sonno di una notte senza fine», questo affermava Catullo interrogandosi sulla caducità della vita umana e dunque sul significato della morte. Meritato riposo dopo gli innumerevoli affanni delle preoccupazioni quotidiane o improvviso distacco dal mondo materiale e dalle sue multiformi seduzioni? La fine della nostra esistenza come esseri viventi o l’inizio di qualcosa di più misterioso del semplice ristoro nell’aldilà, dell’eterno dormire affrancati dai perigli della sorte? L’etimologia della parola ci suggerisce una possibile interpretazione: il cimitero è il posto dove giacciono i nostri resti mortali, dove il tempo si sospende indefinitamente e, dove, lontani dalla vita terrena e dai mille patimenti che essa ci riserva, una pace sconfinata ci avvolge. Ed è proprio di un luogo dell’eterno riposo che parleremo e cioè del cimitero storico della città di Crotone cui è dedicato il libro L’arte che non ti aspetti (Città del sole Edizioni, pp. 96, € 10,00), pubblicato con il patrocinio della famiglia dei marchesi Berlingieri. Il testo è curato da Margherita Corrado, archeologa e ricercatrice storica che, nella premessa al volume, cerca di mettere in luce le ragioni di tale pubblicazione, prima fra tutte «la convinzione che occorra esercitare costantemente la capacità di riconoscere valore alle cose che l’hanno […] e impegnarsi senza tregua per strapparle, temporaneamente, ad un oblio che sempre apparirà ingiusto e troppo precoce a chi ha in sorte di mantenere, a dispetto dell’età, “una sensibilità più giovane e più dolorosa”». Il volume inaugura la collana I Quaderni di Piazza Villaroja 1, fatta di testi brevi di interesse locale ad argomento prevalentemente storico, artistico, archeologico, impreziositi da un logo che raffigura una piccola gru, simbolo araldico di vigilanza.

 

Il “caso” dello scavo

Perché proprio “Piazza Villaroja”? La ragione è che lo scritto prende vita dal recente “caso” dello scavo attuato nell’omonima piazza situata nel cuore antico di Crotone. Qui un goffo intervento della società Italgas Eni, per la posa dei cavi, ha scoperto i resti di una chiesa protocristiana, quella di San Giorgio, attiva fino al secolo XVI e poi scomparsa. Edificio di grande interesse storico-culturale perché presenta più stratificazioni riconducibili al periodo bizantino, romano e infine greco. Sono iniziati nel gennaio 2009 gli scavi archeologici coordinati da Domenico Marino, della soprintendenza regionale, e dai suoi collaboratori, tra cui la stessa Margherita Corrado, originaria tra l’altro di Crotone. Tali lavori hanno restituito alla collettività alcune ceramiche, una moneta pregiatissima risalente a prima della nascita di Cristo e numerosi ossari e tombe. Non dimentichiamo che fino all’Editto di Saint Cloud, i morti erano seppelliti nelle chiese o negli spazi limitrofi non edificati. Solo il decreto, promulgato da Napoleone Bonaparte, destinò le tombe cittadine alle aree fuori delle mura urbane, all’aria aperta in luoghi più ampi per ragioni igieniche, ideologiche ma anche per l’uguaglianza di tutti i defunti. Non è un caso che l’antropologia faccia coincidere la nascita della civilizzazione con l’homo sapiens che, per primo, seppellisce i defunti della sua stessa specie. Segno sì di rispetto ma al tempo stesso anche di evoluzione.

Agli scavi di Piazza Villaroja il comune ha risposto con l’ordinanza n. 251 richiedendo l’abbattimento del cimitero storico. Di fronte a tale gesto i cittadini di Crotone non si sono fermati, ma, al contrario, il 20 ottobre 2010 hanno organizzato una forte contestazione. Proprio in questo senso, le associazioni crotonesi “Gettini di Vitalba”, “Italia Nostra”, “Gruppo Archeologico Krotoniate” hanno dato il via ad una campagna di sensibilizzazione e alla raccolta delle firme per indurre l’amministrazione comunale a continuare gli scavi e a trasformare una parte della piazza in un museo all’aperto. Da sottolineare, dice la stessa Corrado, «il prezioso contributo delle amiche di “Gettini di Vitalba” che hanno impegnato senza risparmiarsi risorse intellettuali, spirituali ed economiche». Volutamente ridotto è il prezzo del volume per favorirne la divulgazione quanto più possibile senza ricorrere a sponsorizzazioni esterne. Il senso del progetto scientifico, ad opera della Sette Soli Sas, può essere riassunto in queste parole della Corrado che sottolinea «il dovere civile di opporre la pietas classicamente intesa, e lo spirito di costruzione che sempre le tiene dietro, alla disgregazione della realtà che si compie incessante sotto i nostri occhi. Se è naturale che tutto scorra, non lo è altrettanto che tutto si perda».

 

Fede e allegoria

L’arte che non ti aspetti riassume le innumerevoli bellezze artistiche del cimitero storico di Crotone: a partire dalla classicheggiante cappella Berlingieri, edificio monumentale di grande importanza, dove si è concentrato l’impegno di esperti quali Antonello Nave, storico dell’arte, e uno dei massimi araldisti italiani, Maurizio Gorra, entrambi autori del testo, insieme alla Corrado. Sono sicuramente da evidenziare i monumenti sepolcrali di Berlingieri, Senior e Junior, realizzati dallo scultore Carlo Panati, che si era formato nella bottega padovana di Rinaldo Rinaldi, allievo del Canova. Proprio la statua dell’allegoria della fede, nella cappella Berlingieri Senior, che rappresenta un’altera figura femminile, suscita grande curiosità: «essa ripete con poche varianti quella realizzata da Antonio Canova per il monumento funerario di papa Clemente XIII Rezzonico, nella Basilica di San Pietro, modello della stessa Legge Nuova di Camillo Pacetti, che posta sul balcone della facciata del Duomo di Milano, è stata oggetto di frequenti imitazioni ed è uno dei precedenti più accreditati della ben più famosa Statua della Libertà di New York». Il pannello con l’iscrizione “Capo Colonna 1887” ritrae invece Berlingieri in un momento del suo impegno civile forte e quotidiano, in questo caso, volto a debellare l’epidemia di colera diffusasi tra gli operai che lavoravano all’epoca nella cava di Capo Colonna, così chiamata per i resti del tempio di Hera Lacinia. Ricordiamo che le preziose opere d’arte del cimitero non passarono inosservate ad un grande letterato, lo scrittore Gissing, che recandosi in visita proprio a Crotone, rimase colpito da una lastra di marmo, in onore di Francesco Lucifero, che considerò simile alle numerose tavolette sepolcrali conservate nel museo di Atene, e ritenne di meritevole eleganza la figura che si congeda dalla vita per intraprendere il viaggio nell’Aldilà. L’attenzione sul valore storico-artistico dei cimiteri come beni culturali, in Italia, è stata mostrata particolarmente a novembre 2001, quando a Bologna è stata creata l’Asce, Associazione dei cimiteri storico monumentali in Europa, con lo scopo di valorizzare i sepolcri come luoghi di interesse culturale e non solo di memoria, di conservarli, proteggerli e restaurarli laddove fosse necessario. Tante città italiane hanno già deciso di affiliarsi all’associazione.

Vogliamo lasciare uno spunto di riflessione: se è vero che «la bellezza sta negli occhi di chi guarda», teniamo con noi il libro curato da Margherita Corrado, visitiamo Crotone ed i suoi singolari resti archeologici, che non accada magari che passeggiando tra le meraviglie di questa terra ci sorprenda qualcos’altro?

 

Pamela Quintieri

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 54, febbraio 2012)

Redazione:
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