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Anno VI, n. 54, febbraio 2012
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Problemi e riflessioni (a cura di Angela Galloro) . Anno VI, n. 54, febbraio 2012

Zoom immagine Figli, genitori e poi nonni;
ruoli diversi nel tempo

di Alessandra Prospero
Da Sovera edizioni, un utile “manuale”
che aiuta a ridefinire le identità in famiglia


Un lodevole e interessante vademecum ci suggerisce come intraprendere una delle avventure più importanti della vita: diventare nonni, con tutto ciò che ne consegue in termini di cambiamenti e di ridefinizione del proprio ruolo.

L’autrice, la psicologa Fabiana Corica, riesce, con buona dose di pragmatismo, a racchiudere una trattazione così piena di sfumature psicoaffettive e implicazioni socioculturali in un numero non eccessivo di pagine: pagine da cui traspaiono, come in un continuum, il calore e l’umanità propri di chi, per mestiere e per passione, è avvezzo a trattare l’ambito della sfera affettiva.

 

Istruzioni per l’uso

Il primo dei cinque capitoli del saggio in questione, Nonni. Istruzioni per l’uso (Sovera Edizioni, pp. 96, € 9,00), ci introduce al tema dell’autunno della vita, potenzialmente accompagnato da declino, cambiamento o transizione, a seconda degli eventi che capitano nella maturità e di come vengono accolti e trasformati in una, più o meno proficua, ridefinizione del proprio vissuto e della propria identità; lo stesso capitolo ci offre una rapida e brillante incursione tra le teorie dello sviluppo nell’età adulta, da quella del “disimpegno” di Cumming ed Henry alla teoria della “continuità” di Atchley.

L’autrice ci fa notare, citando Benet, che nella nostra società l’età matura viene vissuta in funzione di quelle precedenti, come uno «sgretolamento di ciò che si era» mentre nelle popolazioni più longeve al mondo (Georgia, Pakistan e Perù) «la maggior parte degli anziani […] hanno quotidiane attività da sbrigare e un ruolo specifico all’interno della comunità in cui vivono, eseguono regolarmente lavori leggeri oltre che prendersi cura di animali domestici, mantenendo ininterrotto il proprio senso di utilità».

 

Tre generazioni a confronto

Il testo prosegue con un’analisi dei vari ruoli che siamo chiamati a ricoprire nell’intero arco della nostra vita e dei relativi significati a essi associati o associabili.

Nitido sullo sfondo si staglia il trittico generazionale che narra l’origine, la presa di coscienza e la spinta verso il futuro. Le nuove generazioni ereditano sogni, ambizioni e problemi di quelle che le hanno precedute e queste ultime colmano le lacune delle prime con il proprio bagaglio di emozioni e di esperienze.

Ciò significa che nelle tre rappresentazioni anagrafiche troviamo elementi di congiunzione che, nell’insieme, ne fanno un’opera unitaria ma in fieri, che si compone di una interconnessione generazionale e affettiva e delle peculiarità individuali e periodiche nel contempo.

Particolarmente delicato appare il ruolo della «generazione sandwich», quella intermedia, ovvero la generazione dei figli, in bilico tra il bisogno di affermare con la generazione precedente l’ormai acquisita posizione di genitori e quello di vivere la missione genitoriale stessa nei confronti dei propri figli; è proprio in questa missione che i neogenitori devono saper dosare amore, protezione ma anche una buona dose di autorità. I genitori rappresentano le regole e, proprio in virtù di questo ruolo, hanno la duplice funzione di generare nei figli sentimenti di ribellione ma al tempo stesso di fornire loro rassicurazione e protezione continua; proprio per questo essi costituiscono il primario punto di riferimento del bambino.

Del resto, anche il concetto winnicottiano di «contenimento» rappresenta la base sicura offerta al bambino dalla madre, base che gli permette di poter esplorare con sicurezza il mondo esterno. Questa base altro non è che l’elemento di congiunzione primario che unisce le tre generazioni, ovvero il contenimento che la generazione precedente offre prontamente alla successiva permettendo in questo modo la crescita e lo sviluppo.

 

«Il convoglio»

Il passaggio da figli a genitori e da genitori a nonni riveste e ricopre di senso tutto il nostro percorso umano e la nuova “investitura” di nonni sostituisce con nuovi preziosi compiti e aspettative una fase in cui, in molti casi, la fine del proprio ruolo lavorativo può essere vista come uno sgretolamento del proprio vissuto e della propria identità.

Laddove, dunque, gli impegni si rallentano e gli interessi scemano con conseguente senso di perdita generale, la nascita dei nipoti riporta i neononni sui binari della continuità e del coinvolgimento familiare e sociale, vista anche la cura e l’accudimento quotidiano che viene loro richiesto dai genitori, prigionieri, nella società attuale, dei ritmi frenetici e della sostanziosa mole di lavoro.

I nonni hanno, invece, una chiave di lettura diversa, ormai liberi dalle responsabilità genitoriali e dal dover imporre e far rispettare le regole; hanno tempo e gioiosa leggerezza da poter offrire ai nipoti, i quali sono consapevoli della presenza dell’autorità (genitori) e proprio per questo possono dedicarsi con più slancio e tenerezza a vivere i propri nonni e tutto ciò che essi hanno da tramandare con entusiasmo e senza inibizioni.

Questo saggio ci illustra, appunto, con piccole ma sapienti pennellate di colore e di sentimento, il magico ponte della vita sospeso tra passato, presente e futuro e su cui ritroviamo, percorrendolo, le orme di chi ci ha preceduto e che noi stessi contribuiamo a edificare con ricordi, insegnamenti ed esperienze condivise; in pratica, per citare l’autrice, il nostro iter su questo ponte e durante la nostra vita è un «convoglio» che non sarebbe possibile senza detti legami e senza punti di riferimento, in una parola, senza le nostre origini.

 

Alessandra Prospero

                                                          

(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 54, febbraio 2012)

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