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Home Page (a cura di Cecilia Rutigliano) . Anno VI, n. 53, gennaio 2012

Zoom immagine La collana Le città della Calabria:
nel 2011, Sibari, Cassano all’Ionio

di Fulvio Mazza
Un nuovo volume arricchisce ancora la storia e la cultura calabresi
grazie a Rubbettino editore e alla Banca popolare del Mezzogiorno


La Banca popolare del Mezzogiorno, insieme alla casa editrice Rubbettino, hanno reso possibile, anche quest’anno, la realizzazione di un volume che arricchisce l’ormai ventennale esperienza editoriale della collana  Le città della Calabria. Si tratta, questa volta, di Sibari, Cassano all’Ionio. Storia Cultura Economia (Rubbettino, pp. 416, € 45,00): ventunesimo volume della citata collana – assieme alla “gemella” Le città della Sicilia (che annovera i due volumi su Catania e Messina) – volta a diffondere la cultura e la storia calabresi.

Per presentare questo “ultimo nato” del progetto culturale reso possibile grazie al costante impegno delle due citate grandi imprese economiche vi proponiamo di seguito la Nota del curatore che apre il volume stesso, a firma di Fulvio Mazza: ideatore e responsabile della collana, nonché editore di questa stessa rivista. La proponiamo non senza aver doverosamente evidenziato il conflitto d’interesse rappresentato dal fatto che il curatore del volume è anche il direttore responsabile della presente rivista…

Buona lettura!

 

La Redazione

 

Pur consapevoli dell’articolata realtà del territorio cassanese, il titolo che abbiamo scelto per il volume, Sibari, Cassano all’Ionio − nel tracciare le coordinate geografiche della città policentrica − intende evocare la continuità e l’interrelazione delle vicende che in quell’area si sono dipanate nel corso dei secoli, come testimoniano i saggi, dal solido impianto scientifico, che si possono leggere nelle pagine seguenti. La Sibari di oggi, erede delle antiche città di Sibari, Thuri e Copia, si affaccia sul mare del mito, lo Ionio, che traccia per circa 7 km il confine orientale del territorio cassanese. Il centro storico, Cassano, che s’inerpica nell’entroterra, a sua volta è la cerniera tra le propaggini del massiccio del Pollino e lo Ionio. Quest’area, che già un intellettuale cassanese dell’Ottocento, Biagio Lanza, vedeva come città policentrica, nel corso della recente storia ha visto accentuarsi tale vocazione al policentrismo grazie all’incremento demografico e allo sviluppo sociale ed economico che ha interessato soprattutto la Sibaritide.

La dimensione narrativa del volume si articola, come per tutti gli altri della collana, in due sezioni: Il Passato, dalla fondazione di Sibari fino allo scoppio del Primo conflitto mondiale; e Il Presente, dallo svolgimento nella vita urbana nell’età della Grande guerra fino ai più recenti svolgimenti socioeconomici, politici e culturali.

L’Introduzione alla Parte prima del testo è di Fausto Cozzetto, docente di Storia dell’Università della Calabria e consulente scientifico del volume. Il lettore potrà cogliere, nelle sue note di commento, la grande attenzione riservata alla Sibari magno-greca e romana e al suo mito. Cozzetto sottolinea le ragioni di questa notorietà dell’antica Sibari, ripercorrendo le tappe fondamentali di una città che, tra l’altro, espresse forme di organizzazione della vita civile, in certi assetti giuridici e socioculturali, quali neppure la grandissima Atene di Socrate e di Platone riuscì a raggiungere.

La parte antica è stata affidata a Ulderico Nisticò ed Elisa Nisticò, il primo riconosciuto saggista di Storia calabrese e la seconda giovane archeologa. I due studiosi hanno scelto di fondare il loro saggio ricorrendo alle fonti letterarie dell’epoca antica, oltre che, ovviamente, alla letteratura scientifica contemporanea e in particolare a quella archeologica. Tradotte in maniera attenta, queste fonti rivelano una ragione fondamentale della grandissima fama della sfortunata Sibari arcaica, cioè la formazione imperiale che corrispondeva perfettamente ai compiti assunti dai primi coloni provenienti dalla Grecia: creare una linea di traffico, via terra, tra mar Ionio e mar Tirreno, evitando il periplo della lunga circumnavigazione da Taranto fino allo Stretto di Messina, per poi volgersi a nord. I due autori ripercorrono le tappe di questa vicenda, che ha visto tramontare l’impero sibarita e sostituirsi a esso un più modesto ambito urbano magno-greco con Thuri, città sempre alla ricerca di alleanze politiche con il mondo greco e quello siciliano che ne garantissero la sopravvivenza, divenuta problematica, almeno fino a quando il territorio urbano non divenne colonia romana assumendo il nome ufficiale latino di Copiae o Copia. Il sistema latifondistico a cui i Romani sottoposero l’ambito territoriale del basso corso del Crati contribuì al dissesto idrogeologico della Piana e al suo divenire progressivo terra di paludi, costringendo l’insediamento umano a ritrarsi verso ambiti collinari sopraelevati, come quello che accolse il villaggio di Cassano.

La ricostruzione della storia cassanese nel lungo periodo che dal Medioevo barbarico raggiunge la fine del XVIII secolo, è stata affidata a Giuseppe Ferraro, giovane collaboratore dell’Università della Calabria. L’autore fissa le tappe che portano la modestissima cittadina medievale – pure insignita, in Età bizantina, della giurisdizione vescovile – a divenire dal XV-XVI secolo uno dei centri agricoli dell’Europa occidentale di più spiccate attività produttive nel settore della granicoltura, con l’avvento prima dell’azienda feudale dei principi Sanseverino di Bisignano, poi del lignaggio di una delle tante famiglie genovesi, i Serra (più tardi duchi di Cassano), alla ricerca di buoni investimenti finanziari nel Mezzogiorno dell’Età moderna. L’azienda di Gadella, nel cuore della Piana di Sibari, già studiata da Giuseppe Galasso, costituisce una testimonianza di rilevante valore per la storia economica e sociale della modernità. Queste iniziative produssero i miracoli, sottolineati dal Ferraro, delle eccezionali rese in grano che si realizzarono nella Piana e che portarono con sé una notevole crescita demografica della popolazione.

Il saggio di Cecilia Rutigliano, che per l’importante occasione ha lasciato il suo ruolo di redattrice editoriale per assumere quello di ricercatrice, ricostruisce poi una tappa fondamentale del processo di modernizzazione economica e politica di Cassano e del suo hinterland. La giovane autrice evidenzia i fattori di questa modernizzazione: l’abolizione del feudalesimo e la sua trasformazione in grandi proprietà borghesi; la formazione di gruppi politici che si rivolsero per tempo, oltre che al controllo della gestione della nuova entità comunale, anche alla partecipazione alla vita dello stato, nelle moderne forme costituzionali proposte dai moti liberali del 1820-21 e del 1848; la progressiva emarginazione della monarchia borbonica dalle prospettive politiche del ceto proprietario e di quello intellettuale, con la sempre più radicata convinzione che toccasse allo stato attuare la bonifica integrale dei terreni sottoposti al sempre ricorrente fenomeno di dissesto idrogeologico nella Piana; le nuove aspirazioni all’accelerazione dei rapporti con il mondo esterno grazie alla rivoluzione nelle comunicazioni marittime, ferroviarie e stradali, aspirazioni frustrate dalla politica borbonica.

Compiuta l’Unità insorgono i nuovi problemi legati alla crescita della popolazione e alle grandi crisi mondiali entro cui s’inserivano, ormai, anche i processi produttivi della granicoltura della Piana; la spinta all’emigrazione dei ceti contadini e di quelli popolari urbani verso le Americhe, ma anche la progressiva presa di coscienza del ruolo che il “quarto stato”, grazie al socialismo e al movimento cattolico, poteva giocare nel nuovo assetto politico italiano. Da qui la forte adesione di Cassano al movimento della “Pro Calabria” del primo Novecento, con gli esiti di trasformazione che la vittoria sul piano di una legge speciale per la Calabria avrebbe comportato senza lo scoppio della Prima guerra mondiale.

L’Introduzione alla Parte seconda, opera anch’essa di Fausto Cozzetto, avvia la seconda sezione del volume, dedicata ai filoni portanti della storia contemporanea di Cassano: l’aspetto politico, quello culturale e quello economico.

La ricostruzione della vita politica novecentesca della città ionica, per opera di chi scrive e di Luciana Rossi, che dal suo abituale ruolo di redattrice editoriale passa anche lei, come la Rutigliano, al ruolo di autrice, appare fortemente connessa agli esiti della trasformazione agricola della Piana. La Bonifica integrale fascista lasciò inalterati i rapporti produttivi nella Piana, con il risultato di rendere egemonico il ruolo della grande azienda borghese. Emersero figure come quella del podestà Drago che traghettò la città dalle prospettive vagamente socialiste dei primi anni del Novecento all’organico inserimento nella politica governativa fascista che affiancava e rendeva più solida la presenza della possidenza agraria moderna. Non fu certo un caso che nel corso del Secondo conflitto mondiale e nel Secondo dopoguerra, personalità come i Toscano, titolari di grandi aziende agricole, abbiano continuato a svolgere un ruolo di primissimo piano. Ma le novità indotte dalla costituzione repubblicana e dalla formazione di un gruppo dirigente socialista attorno al nodo delle lotte contadine, costituito da figure come Luigi Bloise e Salvatore Frasca, inserirono importanti fattori di democratizzazione nella vita cassanese nel successivo trentennio e fino ai primi del nuovo secolo.

La vita politica locale si trova ora a incontrarsi con i temi, non semplici, di una società avanzata, in cui sopravvivono forme preoccupanti di devianza criminale; emergono una forte disaffezione verso le attività produttive e una sterile e sempre meno realistica attrazione verso il “posto fisso” per i tanti giovani laureati, con conseguente stimolo all’emigrazione intellettuale verso altre aree del paese.

Il contributo successivo della seconda parte del volume è quello della cultura del Novecento, redatto da Carlo Rango, dirigente scolastico e docente presso l’Unical.

Il suo saggio da una parte costituisce una sorta d’inchiesta sugli svolgimenti cronologici delle manifestazioni culturali locali, grazie all’uso molto attento di fonti dell’epoca; dall’altra offre una serie di medaglioni su personalità della cultura cassanese affermatesi sia sul piano locale sia su quello nazionale. Si tratta di personaggi come Giuseppe Troccoli, Francesco Pennini, Giuseppe Selvaggi, Luigi Bloise. Il tessuto narrativo, come il lettore noterà, è accurato e si costituisce come degna dimensione di una vita culturale molto vivace. Nella stesura del saggio, Rango ha potuto godere della collaborazione di Giovanni Spedicati, il noto editore cassanese che in questo caso si è presentato nelle vesti di autore.

L’aspetto economico è infine trattato da Luca Murrau, economista, il quale ricostruisce con notevole efficacia le tappe importanti della modernizzazione produttiva della Piana. Essa partì sotto l’azione della Bonifica integrale a cominciare dagli anni Trenta e con forti accelerazioni negli anni Cinquanta, che portò disponibilità per le nuove aziende agrarie di un patrimonio produttivo di rilievo, ancora una volta europeo. Questo fu convenientemente sfruttato sia dalla grande azienda borghese, sia da quella nata dalla Riforma agraria voluta dallo stato repubblicano nel Secondo dopoguerra mondiale e, nell’uno come nell’altro caso, caratterizzata da sempre più affidabili aziende a carattere di grandi cooperative in grado di vincere le sfide produttive dell’Europa verde.

Murrau segue con pari attenzione gli esiti sul piano delle altre attività economiche, legate sia all’industrializzazione, sia alla nascita di forme di attività terziarie moderne, sia infine alle potenzialità messe in campo dall’indagine archeologica che sta riscoprendo Sibari e Thuri, offrendo motivi di grande interesse al turismo culturale e ai connessi poli turisticobalneari, creatisi nel corso dell’ultimo trentennio. Le risorse archeologiche e culturali, conosciute assai meno di quanto meriterebbero e in attesa di essere maggiormente valorizzate e pubblicizzate, offrono possibilità di sviluppo ancora lontane dall’essere esaurite e una promessa di crescita sempre aperta. Dobbiamo poi ricordare che il progresso economico e sociale del territorio è a tutt’oggi in lotta con la perifericità logistica, e ci riferiamo in particolare alla Ss 106 e al percorso ferroviario, sistemi di collegamento del tutto inadeguati. Murrau, infine, rileva anche il ruolo ancora purtroppo assai pregnante dei gruppi di delinquenza organizzata e dei loro tentativi di controllo di apparati cospicui dell’economia locale.

La sezione dedicata alla prospettiva economica e sociale è corredata infine da un’appendice statistica, redatta sempre da Murrau, che fornisce assai utili grafici riguardo alle indicazioni demografiche ed economiche, i quali consentono una visione immediata e particolarmente chiara dei diversi aspetti indicati.

Sin qui la descrizione della parte scientifica. Ma, come è ormai noto, questi volumi, nati dalla felice collaborazione di due fra le maggiori imprese economiche meridionali, la Banca Popolare del Mezzogiorno e la Rubbettino editore, hanno un’altra fondamentale caratteristica: essere fruibili e facilmente divulgabili, per rendersi strumenti di reale diffusione della conoscenza.

Il fotografo, in particolar modo, Maurizio Guarino, ha saputo rappresentare al meglio, tramite i suoi “scatti” (ma anche tramite la sua importante ricerca iconografica) le caratteristiche precipue tanto della città antica quanto di quella odierna.

I redattori veri e propri: Francesco Mattia Arcuri, Nicola D’Agostino, Giulia De Concilio, Teresa Lussone, Ilenia Marrapodi, Rodolfo Monacelli, Angela Patrono, Annalisa Pontieri, Francesco Rolli, Gianmarco Tonetti, guidati dalle due coordinatrici di redazione, Luciana Rossi e Cecilia Rutigliano, hanno realizzato un prodotto dalla confezione editoriale pulita e completa, corredato da un apparato didascalico e iconografico che si presenta come un’autentica risorsa per il fruitore.

Un volume dunque che, oltre a prestarsi a una lettura ordinaria, tipica dei testi scientifici, è impreziosito da un ricco apparato paratestuale, un valido supporto integrativo che, per certi aspetti, può essere considerato persino alternativo. Tutti questi supporti, uniti ad altri quali, ad esempio, quello degli Indici, e particolarmente dell’Indice dei nomi (curati da Ilenia Marrapodi), hanno il merito di rendere il testo ampiamente fruibile, com’è e com’è sempre stato fin dalla nascita di questa collana. 

 

Fulvio Mazza

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 53, gennaio 2012)


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Collaboratori di redazione:
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