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Anno V, n. 50, ottobre 2011
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Letteratura contemporanea (a cura di Francesco Mattia Arcuri) . Anno V, n. 50, ottobre 2011

Zoom immagine L’amore ai tempi di Napoleone:
Virginie ed Eric protagonisti
nella Francia del XIX secolo

di Sonia Miceli
Da Editing un testo avvincente in cui
la storia si combina con la fantasia


Tre amici e soci in affari e una buona dose di coraggio per affrontare una difficile avventura: tenere salde le redini di una grande società americana di trasporti internazionale – la Fusoco, di proprietà dei coniugi Grevilliers – che “naviga” in modo abile tra le insidie dei traffici politici e marittimi all’alba dell’800, epoca delle grandi battaglie francesi condotte dal generale Napoleone Bonaparte.

Questi sono gli ingredienti del secondo racconto della trilogia Fantasia francese con cui l’autore, Gianfranco Menghini, ci offre una visione a 360 gradi dei più grandi eventi della storia narrando le imprese di un giovane Bonaparte ancora agli albori della sua carriera politica e militare. La trilogia inizia con I giorni della preda (Simonelli editore) e finisce con L'ultimo viaggio (Simonelli editore). Il tutto – in chiave romanzata, tra realtà e fantasia – prende forma in un'ambientazione rigorosamente storica, in cui il lettore ritroverà il teatro delle battaglie dell'esercito francese.

 

Il secondo romanzo della trilogia

In questo secondo volume della trilogia Fantasia francese, L’anno del Virginia (Editing, pp. 284, € 10,42) – in cui la storia inizia all'alba del 1800 e si arresta, non definitivamente, durante il 1803 – si assiste alla crescita esponenziale della Fusoco, società di trasporti internazionali di proprietà di Eric Grevilliers e di sua moglie Virginie, che si sta espandendo commercialmente da e verso il Nuovo Mondo, espansione di cui la maggiore artefice è proprio lei, la bellissima ragazza dagli occhi turchini e dal carattere volitivo. La trama si dipana attorno alla “love story” tra i due coniugi che, a causa dei loro rispettivi impegni – lei in America e lui in Francia – sono costretti a mantenere un rapporto a distanza, coltivando la speranza, in futuro, di potersi ricongiungere e costruire così una loro famiglia. Tormentato dai lunghi periodi di assenza della consorte, Eric si consola tra le braccia di diverse donne, specialmente tra quelle di Laura, l'antica amante delle colline liguri che frequentava ancora prima di sposarsi con Virginie e la quale dà a Eric una figlia: Pauline. Laura – grazie al consenso che Virginie ha accordato a Eric – vive con la sua bambina a Parigi, in casa di Eric e dei suoi genitori. Il giovane però è sempre poco presente con lei e con la figlia a causa degli incarichi di lavoro che lo vedono continuamente in viaggio con il suo clipper Virginia, la punta di diamante della Fusoco e con cui egli e i suoi due fidati amici e soci – Henry e Guillame – solcano diversi mari.

 

Le avventure del clipper Virginia e il prospero commercio della Fusoco

Nella trama del primo romanzo Napoleone, trasportato felicemente con il Clipper Virginia da Ajaccio al Frejus sotto gli occhi poco attenti della flotta inglese comandata dall'ammiraglio Lord Keith, come riconoscimento dell'insperato aiuto ricevuto, nella seconda parte del racconto concede ad Eric la commercializzazione, durante la Seconda campagna d'Italia, di centocinquanta dipinti di grande valore cedutigli dai rappresentanti della neonata Repubblica Cisalpina. Seppure già ricco, Eric ne ricava un guadagno astronomico. Nell'attentato di Rue Nicaise – in cui viene fatto esplodere di fronte al Teatro dell’Opera di Parigi un ordigno destinato al primo console Bonaparte, che si sarebbe dovuto recare in carrozza nel medesimo luogo e che il caso volle salvo per un fortuito ritardo – la morte attende Laura, il cui passaggio in landò coincide con l’esplosione; la giovane donna morirà all’istante, stroncata da una scheggia che le si conficcherà nella nuca. Un avvenimento che turba profondamente l’animo sia di Eric che di Guillame, caro amico e confidente della giovane ligure. Subito dopo questo fatto sanguinoso, Eric e i fidi compagni Guillame ed Henry si recano, a bordo del Virginia comandato dall'impareggiabile capitano Williams, a Tangeri, in Marocco, dove hanno fatto costruire otto esemplari dello speciale cannone inventato dal geniale Jardine. Durante questa traversata continuano le avventure spericolate dei tre amici, i quali riescono a fronteggiare eroicamente l’assalto dei pirati algerini al largo delle Baleari, lo scontro con una squadra navale inglese, che viene disarmata grazie all’ineguagliabile gittata degli speciali cannoni a bordo e, infine, una spaventosa tempesta nel Golfo del Leone, che trascina il veliero fino alle coste della Sardegna; questo poi continuerà la navigazione sino all’Elba, per effettuare le riparazioni allo scafo e per la messa in opera di quattro cannoni.

Fatto ritorno in Francia, Eric concede a Virginie – che dopo la morte di Laura accoglie sotto la sua ala protettrice la piccola Pauline – di portare con sé la bambina nel viaggio di ritorno a Richmond, mentre egli decide di rimanere a Parigi. È caro il prezzo che il giovane deve pagare: sceglie volontariamente di separarsi ancora una volta dagli affetti a lui più cari, trascinato dal fascino che nutre per la sua amata Parigi, città in cui può condurre la sua vita da libertino, godendo degli agi e dei piaceri che questa offre.

 

Menghini, un narratore tout court

Gianfranco Menghini, elbano di nascita ma milanese d'adozione (vive e lavora infatti nel capoluogo lombardo), meglio conosciuto nella maggiore isola della Toscana come operatore turistico, messo da parte questo genere di attività, si è completamente dedicato alla letteratura, mandando alle stampe la saga dedicata al generale francese, spedito in Italia dal Direttorio. «Quello di cui si nutre la mia scrittura, – dice Menghini – è di fantasia. Tanta fantasia rapportata rigorosamente alla cultura. Se parlo di una battaglia napoleonica, mi attengo scrupolosamente all’evento storico, ma vi faccio partecipare, come osservatore, un mio personaggio». Una cosa è garantita: le veridicità dei fatti ove si tratti di romanzi storici. Oltre a ciò, seguendo l’insegnamento di Hemingway, luoghi e situazioni sono frutto della sua conoscenza diretta, data una vasta esperienza di vita spesa a percorrere, per oltre quaranta anni, il mondo in lungo e in largo. Menghini può essere definito come uno scrittore di getto, un narratore tout court che dà il meglio di sé con una scrittura leggibile e godibile, che sa raccontare con i fatti il senso della vita.

 

Sonia Miceli

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n. 50, ottobre 2011)

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