Homepage - Accesskey: alt+h invio
Editore: Bottega editoriale Srl
Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.

Privacy Policy

Direttore responsabile: Fulvio Mazza
Direttore editoriale: Giovanna Russo
Anno V, n. 50, ottobre 2011
Sei in: Articolo




Problemi e riflessioni (a cura di Manuela Mancuso) . Anno V, n. 50, ottobre 2011

Zoom immagine Scuola italiana:
pregi e difetti,
voglia di rinascita,
vecchie abitudini

di Antonietta Zaccaro
Da Città del sole un vivo resoconto
sul microcosmo dell’istruzione


Il mondo della scuola è un microcosmo a sé, che vive delle sue regole, dei suoi equilibri così spesso messi in discussione, come sta accadendo negli ultimi due anni, nei quali, in seguito a tagli indiscriminati, la scuola si è ritrovata da sola a dover far fronte a mille problemi, mille mancanze, mille dilemmi. La scuola pubblica, in particolar modo, è stata piano piano privata del suo essere, del suo prestigio, del suo compito di luogo di educazione dei cittadini di domani per essere trasformata in una nave senza più timoniere, destinata ad infrangersi contro gli scogli. Questa situazione è il frutto di una politica sbagliata che ha guardato al passato, invece di volgere il suo sguardo verso il futuro ed investire su chi dovrà essere parte integrante del tessuto sociale di domani: i bambini e i ragazzi che sudano sui libri per assicurarsi un futuro non più garantito, ma sperato. Di raccontare il mondo della scuola oggi, descrivendone i mali e soprattutto la buona volontà di maestri, professori, alunni e genitori di far funzionare le cose nonostante tutto, è il compito che si è posto Fabio Cuzzola quando descrive i vari volti della scuola, intervistando non solo chi ne è ancora all’interno, come Orlando Sorgonà, “precario storico”, ma anche chi ne è uscito tanto tempo fa, e che, con il proprio lavoro, ha il compito di raccontare ciò che accade in Calabria, come Paride Leporace e Annarosa Macrì, giornalisti di punta del panorama calabrese e non. Fabio Cuzzola nel suo libro, Soli e insieme. Viaggio nel mondo della scuola (Città del sole edizioni, pp. 64, € 12,00), al quale troviamo allegato un dvd con un documentario di Michele D’Ignazio e Lorenza Aristodemo girato nel Liceo classico “V. Gerace” di Cittanova (Rc), nell’Istituto comprensivo “L. Docimo” di Rose (Cs) e nella Scuola elementare “Don Milani” di Lamezia Terme (Cz), racconta la vita scolastica vista con gli occhi degli addetti ai lavori.

 

Un viaggio nella scuola che fu

Sfogliando le pagine di questo libro ci si trova davanti ai ricordi di chi la scuola l’ha terminata da un pezzo eppure ha sempre mantenuto un contatto con essa rendendola parte integrante della propria crescita personale e culturale.

Troviamo chi, come Orlando Sargonà, la scuola non l’ha voluta mai lasciare, ma ha solo cambiato posizione: dai banchi alla cattedra. È un amore viscerale quello di Orlando per la scuola, un amore difficile, in quanto il suo sogno di insegnare viene a cozzare costantemente con l’impossibilità di realizzarlo pienamente. Sempre sbattuto da una scuola all’altra, da una regione all’altra, senza poter trovare pace, nel continuo viaggio che, in Italia, si chiama “precariato”. «Orlando in qualsiasi altra regione d’Europa e del mondo sarebbe all’università o impegnato in qualche scavo archeologico», ma ha deciso di rimanere in Italia. Sargonà insegna italiano e storia, ma in maniera non convenzionale, lasciando spazio ad autori nuovi, contemporanei, non tralasciando i grandi della letteratura italiana, ma analizzandoli da un altro punto di vista, quello dei giovani di oggi, sempre più annoiati dalla vetusta retorica, che si entusiasmano solo dello straordinario. È questo il compito di un bravo insegnante: cercare di far interessare l’alunno annoiato alla letteratura e alla storia che percepisce così lontane nel tempo e nello spazio dal suo presente; rendere queste materie attuali e coinvolgenti sembra una impresa impossibile: «è una questione egoistica, di comodità, i professori si basano su quello che sanno; quando entro in sala professori, poche volte perché per lo più sono sgabuzzini riadattati, raramente vedo colleghi con il quotidiano, con l’ultimo romanzo e che parlano dell’ultimo film al cinema, non si parla mai di letteratura, non ci si confronta mai; si parla di Pon-Pof, burocrazia varia senza alcun confronto». Nella scuola manca lo slancio degli insegnanti per poterla riportare a galla.

Andando avanti troviamo chi la scuola l’ha respirata fin da quando era in fasce, vivendo con una mamma-professoressa: Annarosa Macrì, una delle penne più importanti del giornalismo meridionale. Nei suoi ricordi la scuola è qualcosa di etereo, come l’aria che si respira, abituata da sempre a vivere tra pile di libri e autori antichi, essendo figlia di una professoressa di italiano e latino. Di sua madre dice: «una grande latinista, una donna di eccezionale cultura; lei la mattina l’insegnante la faceva ai suoi alunni, e nel resto della giornata a casa, a noi e ai suoi “alunni privati”, come lei diceva. Nelle diverse case in cui abbiamo abitato c’è sempre stato un tavolo lunghissimo, dove prendevano posto studenti davvero di ogni ordine e grado». I suoi sono ricordi «preistorici», come lei stessa li definisce, troviamo una scuola diversa, che sembra quasi ridicola agli occhi di un alunno di oggi. Le classi ad esempio erano separate, senza possibilità di interagire: «al liceo, oltre alle classi rigorosamente femminili o maschili, c’erano anche le entrate separate: da una parte per i maschi, dalla parte opposta per le ragazze. Avevamo tutte il grembiule nero, cucito dalla sarta, in una specie di satin lucido e il fiocco bianco. In quegli anni, gli anni sessanta, i giovani spesso erano più avanti dei professori; c’era il cinema, la nuova letteratura, le feste, le prime sortite a Messina, in nave, dove quasi tutti avrebbero frequentato l’università». Siamo alle porte del ’68: il mondo della scuola si avvia ad un cambiamento epocale.

Altro punto di vista, altro modo di vedere la scuola: Paride Leporace, giornalista e scrittore calabrese. Lui ha deciso di abbandonare la scuola, ha tentato di insegnare cercando fortuna al Nord, ma il richiamo della sua terra natia è stato troppo forte perché rimanesse inascoltato: è ritornato al Sud per diventare giornalista. Il racconto della sua esperienza scolastica è scandito dal cinema, dai film che hanno attraversato la sua vita. È come se nelle pellicole, insieme alla storia e ai personaggi di quel film, siano rimasti impressi i ricordi e le esperienze di Paride, studente prima, giovane insegnante dopo, giornalista di successo oggi. Nella sua esperienza di insegnante, il cinema è stato sempre una parte integrante del suo modo di fare scuola: «a Cinisello ho programmato una serie di lezioni a partire dalla proiezione dei “Quattrocento colpi”. Ma quando spiegavo utilizzavo molto l’immaginario. La mia prima lezione era una chiacchierata collettiva su film e letture. Intervenivo anche sull’esistenziale. Ho imposto di andare al cinema in gruppo. Mi sembrava utile spezzare certe monotonie metropolitane del loro ambiente». Quindi il cinema come materia scolastica, ma anche come possibilità di svago e di crescita fuori dai banchi.

 

Soli e insieme: un documentario di eccellenze calabresi

Guardando l’ora o poco più del documentario Soli e insieme, si stenta a credere di essere in Calabria. Per chi, come me, ha frequentato le scuole, fino alle medie, nel proprio paese, accontentandosi di quello che c’era, senza pretendere chissà cosa dalla struttura scolastica e dai propri insegnanti, per poi essere buttata nella grande città per frequentare il liceo, sempre con la stessa consapevolezza che nulla di meglio di quello che avevo mi potevo aspettare, le scuole descritte nel film sembrano provenienti da un altro mondo. Sono analizzati tutti e tre i gradi scolastici, elementari, medie e superiori, andando a ricercare ciò che nella nostra terra funziona, e anche in maniera eccelsa: una ventata di ottimismo per far rialzare l’ego della scuola pubblica.

Nella Scuola elementare “Don Milani” di Lamezia Terme (Cz) tutto ruota intorno al bambino e al primo approccio che questi ha con i libri e lo studio: qui ogni cosa è pensata in maniera tale da rendere questo primo incontro il più piacevole e costruttivo possibile. Accanto al classico insegnamento frontale, in cui l’insegnante spiega e l’alunno ascolta, in questa scuola viene affiancato l’insegnamento pratico, tramite il quale gli alunni possono toccare con mano ciò che l’insegnante spiega in maniera teorica. La scuola, infatti, prevede laboratori di falegnameria per prendere coscienza della geometria e delle proporzioni, un laboratorio di agricoltura affinché la scienza diventi esperienza diretta e concreta e così via. Tutto viene, inoltre, pensato non solo per il bambino ma anche per la sua famiglia, che è invitata a partecipare attivamente all’istruzione del proprio figlio.

Il fiore all’occhiello, invece, della Scuola media “L. Docimo” di Rose (Cs) è il suo laboratorio di musica antica, unico in Italia, che avvicina i ragazzi alla musica, ai suoi antichi strumenti, ma, soprattutto, ad un tipo di musica ormai scomparsa, ma adatta a stimolare la mente, in formazione, dei giovani studenti. Il compito di questo laboratorio è, comunque, quello di spingere i ragazzi a comunicare in maniera diversa rispetto alla parola, e quindi portarli ad ampliare soprattutto il proprio orizzonte espressivo oltre a quello culturale.

Nel Liceo classico “V.Gerace” di Cittanova (Rc) troviamo un insegnante di italiano e latino molto particolare, un professore che ha come compito principale quello di dare voce ai propri alunni, di renderli partecipanti attivi della lezione, e non ascoltatori passivi di qualcosa di noioso e lontano dal quotidiano. Concretizzare la letteratura e il pensiero degli alunni, questa è la parola d’ordine. L’attività didattica, infatti, prevede la formazione di gruppi di lavoro, atti a sviscerare un dato argomento, che poi sarà spiegato dagli alunni ai propri compagni in una lezione-dibattito.

Una scuola che si proietta, nonostante le difficoltà, verso il futuro.

 

Antonietta Zaccaro

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n. 50, ottobre 2011)

Redazione:
Monica Briatico, Lidia Palmieri, Pamela Quintieri
Collaboratori di redazione:
Giulia Adamo, Maria Elisa Albanese, Simona Antonelli, Marika Balzano, Claudia Barbarino, Anna Borrelli, Valentina Burchianti, Maria Assunta Carlucci, Camilla Manuela Caruso, Alberto Cazzoli, Guglielmo Colombero, Patrizio D'Amico, Monica De Francesco, Veronica Di Gregorio Zitella, Maria Rosaria Ferrara, Elisabetta Feruglio, Vilma Formigoni, Federica Franco, Maria Grazia Franzè, Manuela Gatta, Barbara Gimigliano, Francesca Ielpo, Giuseppe Licandro, Jacqueline Maggio, Daniela Malagnino, Sonia Miceli, Elena Montemaggi, Sara Moretti, Valentina Pagano, Giuseppina Pascuzzo, Anna Picci, Serena Poppi, Giuseppe Pulvirenti, Cinzia Randazzo, Mariastella Rango, Alessia Rocco, Maria Saporito, Annalisa Scifo, Adele Spadafora, Roberta Tiberia, Laura Tullio, Andrea Vulpitta, Antonietta Zaccaro
Curatori di rubrica:
Francesco Mattia Arcuri, Giulia De Concilio, Maria Grazia Franzè, Angela Galloro, Mariacristiana Guglielmelli, Antonella Loffredo, Rosina Madotta, Manuela Mancuso, Valentina Pagano, Pamela Quintieri, Cecilia Rutigliano, Fulvia Scopelliti, Alba Terranova
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT