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Anno V, n. 43, marzo 2011
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Problemi e riflessioni (a cura di Francesca Rinaldi) . Anno V, n. 43, marzo 2011

Zoom immagine Alimentazione sana
con cognizione:
superare pregiudizi,
falsi miti e tranelli

di Anna Guglielmi
Da Chiarelettere, inchiesta sui molti
inganni riguardo a ciò che mangiamo


Dagli spaghetti radioattivi alla frutta nucleare, passando per la leggenda della fragola-pesce, gli Ogm (organismi geneticamente – o “giornalisticamente”? – modificati) e, ancora, l’agricoltura biologica, la spesa a km 0, il pesto cancerogeno, fino ad approdare al dibattito sulle “calorie vuote” e sulla differenza tra lo zucchero di canna e quello raffinato.

Sono solo alcuni degli argomenti di indubbio impatto e condiviso interesse che Dario Bressanini – ricercatore presso il dipartimento di Scienze chimiche e ambientali dell’Università dell’Insubria di Como, in cui svolge anche attività didattica – affronta nel suo libro Pane e bugie (Chiarelettere, pp. 300, € 13,60).

Questa pubblicazione è per il ricercatore, in qualche modo, il prosieguo di un percorso tra la chimica e l’arte culinaria, che lo ha visto già autore di un libro sugli Ogm e anche di un fortunato blog Scienza in cucina (http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it), nel quale sono stati precedentemente trattati alcuni degli argomenti poi ripresi e ulteriormente sviluppati in questo lavoro.

Sin dal titolo sintetico e incisivo del libro, caratteristica usuale dell’editore milanese indipendente, ci accorgiamo di avere tra le mani parole e pensieri che andranno in qualche misura a mettere scompiglio in temi che ci coinvolgono quotidianamente e che sempre più condizionano il nostro modo di approcciarci alle scelte alimentari e, più in generale, a uno specifico stile di vita. Scelte, più o meno consapevoli, che sono orientate – nella più candida e schietta intenzione individuale – alla cura e alla salute personale e, in modo più esteso, al rispetto dell’ambiente.

 

Smascherare le bugie

Bressanini, dunque, è uno scienziato, un esperto in materia, non certo uno che si improvvisi tale, rispondendo a logiche di mercato o a orientamenti puramente editoriali. Una persona altamente competente e che ha deciso di condividere con altri, coi tanti lettori, il suo sapere professionale, perlomeno nella dimensione in cui le sue conoscenze tecniche si intersecano in qualche modo (e inevitabilmente) con la nostra realtà, condizionandola.

L’autore mostra con linearità il suo intento da subito, e a seguire – con coerenza e decisione – per tutto lo svolgersi dello scritto. E lo fa come un amico che in materia ne sa più di noi e, unicamente nel nostro interesse, affronta l’argomento in modo lucido e semplice, a tratti ironico, con esempi di situazioni della vita quotidiana e, quando necessario, utilizzando qualche termine e concetto prettamente tecnico, prontamente semplificato e commentato. Ci racconta come stanno effettivamente le cose, in che modo dobbiamo porci rispetto a ciò che scegliamo di mangiare, alle nostre abitudini di acquisto, e in che modo interpretare e smascherare pregiudizi, interessi, miti e paure, che governano – spesso incontrastati – tv, giornali, radio, nonché pubblicazioni sedicenti scientifiche.

In sostanza, perché questo libro? Qual è l’intento dell’autore? Ecco dalle sue parole: «Questo libro è una sorta di “vaccino” contro i pericoli della cattiva informazione». Si tratta insomma «di andare oltre i luoghi comuni per rispondere all'interrogativo: mi stanno raccontando la verità?», per ribadire nell’Epilogo che «lo scopo principale per cui è scritto questo libro [è] darvi gli strumenti per dubitare criticamente».

Al termine della lettura, infatti, si ha proprio questa sensazione: aver ricevuto gli strumenti per poter interpretare le informazioni che si ricevono, in modo da poter scegliere soltanto “pane e verità”, mantenendo alla larga ogni forma di bugia. L’autore, infatti, non solo analizza in modo dettagliato i vari argomenti trattati, evidenziando ciò che è vero e ciò che non lo è (e, ancora, segnalandoci eventuali incertezze e impossibilità di definizione, a causa della attuale mancanza o insufficienza di dati e di esperienza a disposizione della scienza), ma – cosa evidentemente più utile e proficua – dà al lettore indicazioni su come comportarsi in generale, su come leggere le notizie, puntando ad esempio sull’informazione attiva e per quanto possibile critica, volta a evitare il lasciarsi suggestionare da notizie clamorose.

 

Attenzione alle fonti

Ecco appunto come rendere l’informazione attiva e critica: in maniera costante e in occasioni diverse, Bressanini evidenzia l’assoluta importanza delle fonti. È questo, infatti, il migliore strumento che ciascuno di noi ha a disposizione per poter recuperare la giusta consapevolezza verso questi e altri argomenti propostici dai media.

L’importanza delle fonti viene evidenziata con un duplice orientamento. È da una parte un suggerimento per noi tutti che fruiamo delle notizie, ma è anche un invito ai giornalisti – a chi fa, dunque, da intermediario – a controllare l’origine delle informazioni, a non limitarsi a riportarle solo per la loro risonanza emotiva e l’impatto (spesso deleterio) che generano.

Un invito, dunque, a cercare di avvicinarsi il più possibile alla verità.

 

Anna Guglielmi

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n. 43, marzo 2011)

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